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De Luca frecciarossa De Magistris a vapore

Opinionista: 

Dopo una campagna elettorale condotta sul filo di una demarcazione tra un prima e un dopo, rispetto alla lentezza della “diligenza” caldoriana, De Luca fa da subito la differenza. Se non fossimo alle prime battute, oseremmo definirla schiacciante. E la fa con una rapidità sorprendente rispetto anche ai suoi ritmi di lavoro, già rock, per dirla con il Celentano predicatore televisivo, e per di più, partendo dal territorio, nel senso più concreto, riferito a determinate aree e a precise vocazioni turistiche, sociali e religiose. Ne sono la riprova i provvedimenti immediati di ripristino delle funicolari di Montevergine, di Monte Faito e della teleferica di Capri, alcune di esse a lungo abbandonate, anzi irrimediabilmente date per perse. Siamo a quel territorio su cui Cozzolino, avversario delle primarie, cercò di speculare per far emergere i limiti municipalistici di De Luca aspirante-governatore? Può anche darsi. Qui, però, è altra la musica. Il territorio non è terreno di scambio, fa parte della strategia del buon funzionamento dell’ordinarietà che risolve e crea efficienza. Difatti contemporaneamente all’interesse per il territorio c’è di molto qualificante l’universo della conoscenza, una sfida epocale di Regione e Agenzia spaziale. Oggi, a fronte del passato non solo caldoriano ma di quanti si sono succeduti ai vertici della Regione, oltre al rapido varo di provvedimenti, secondo priorità obiettive, non soggettive, c’è una novità rilevante di metodo e di comportamento: il lavoro silenzioso delle “assessore” e del sinedrio scientifico, roba da regola benedettina. Insomma nel cenobio deluchiano parla solo il “padre abate”. Che pontifica ma opera. Mentre la nave di Santa Lucia va, continua a non andare, invece, il vascello di Palazzo San Giacomo, che non è riuscito ancora a darsi una rotta. Siamo ormai alla fine del mandato e se facciamo un bilancio di questi anni non si riesce a trovare una sola opera strategica neanche sotto la minaccia di tortura. Diciamo pure un’attenuante a un immobilismo, che ci si è illusi di esorcizzare con un movimentismo politico, ondivago di attrazione tattica verso il Pd, in realtà, poi solo di permanente conflittualità dentro e fuori la maggioranza. De Magistris, per usare un termine, molto abusato ma molto efficace nel nostro caso, non si è mai integrato nel contesto istituzionale. Il suo maggiore errore è stato pensare che, facendo la voce grossa e la faccia feroce, potesse avvalersi di scorciatoie semplificatorie. Risultato? Nessuno lo ha preso sul serio e Napoli è rimasta al palo. Dopo l’incontro di qualche giorno fa con il governatore De Luca, in cui -dice un comunicato- si sono trovati d’accordo su Bagnoli, sulle soluzioni alle emergenze ambientali, De Magistris non può più fare il “capopopolo”. Con un Governatore rock, anzi super rock, la differenza tra una Regione “freccia rossa” e un Comune di Napoli ancora da treno a vapore risalterà in maniera insostenibile. O si adegua o lascia, smaltendo le ferie arretrate.