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De Magistris e Renzi, che tristezza al San Carlo

Opinionista: 

Teatro di San Carlo illuminato a festa. Orchestra in gran forma sul programma “consigliato” da Roberto De Simone: Nikolaj Rimskij – Korsakov e Renzo Rossellini, autori di vibranti “orchestrazioni” sui temi delle immortali melodie della Canzone Napoletana. Ruggero Cappuccio aveva curato tutto con grande sapienza e gusto. Sullo sfondo le “immagini” pensate da Mimmo Palladino. “Tanta bella gente”, i soliti noti, me compreso. Tutti ad aspettare la voce, e le interpretazioni, di Jonas Kaufmann, ritenuto “il più grande tenore del mondo”. Ma su tutti aleggiava un velo di tristezza: avevano rivolto lo sguardo verso il Palco Reale ed avevano visto i volti accigliati ed imbarazzati niente meno che del Sindaco e del Presidente del Consiglio, che avevano “contagiato” anche ministri e seguito. Si erano appena, e molto freddamente, salutati, ma gli sguardi si evitavano ed erano sempre rivolti altrove. Dimenticavo: su tutti, spesso in piedi, con la sua mole, “troneggiava” il Commissario straordinario per Bagnoli. Colui che, come per il San Carlo – acustica (secondo Roberto De Simone) a parte – risolverà tutti i problemi e, finalmente, renderà quell’area un polo di sviluppo e di occupazione. Era lui il pomo della discordia fra Sindaco e Premier: si dovevano incontrare, ma Renzi voleva partecipasse anche il super commissario. Ed il Sindaco si è impuntato: o solo noi due o niente. E così non si è fatto niente. Devo dire che, almeno per questa volta, aveva ragione il Sindaco. C’erano altri buoni motivi perché il Premier non incontrasse il Sindaco, a cominciare dagli insulti e dalle volgarità che quest’ultimo gli aveva vomitato addosso in campagna elettorale. Senza mai scusarsi. Ma pretendere che ad un incontro istituzionale partecipasse anche un funzionario dello Stato, che dovrebbe curare la soluzione di uno solo dei problemi, che sarebbero stati affrontati nell’incontro, mi sembra davvero fuori luogo. A parte le impuntature del Sindaco, di cui a vari ricorsi amministrativi, proprio contro la nomina del Commissario. Ma la cosa più grave, e riguarda entrambi, sta nel fatto di aver acconsentito, tutti e due, che la serata del San Carlo fosse l’occasione, o il pretesto, opportuna, per appartarsi e parlare di Napoli e delle tragedie che vive, a cominciare da quello della criminalità organizzata, feroce e spietata, che impegna “protagonisti” sempre più giovani. Non solo, ma di aver “scelto”, come da prassi obsoleta, di sedere entrambi nel Palco Reale: doppio errore. Non si sono neppure guardati ed hanno “costretto” un po’ di gente a valutare le loro espressioni, per capirne gli umori. Di più, hanno perso l’occasione per “calarsi” in mezzo al pubblico della platea, magari lasciando il Palco Reale ai portatori di handicap oppure ad una rappresentanza di migranti: sarebbe stato un bel gesto ed avrebbero anche evitato di sfiorarsi. Sia come sia: non hanno offerto, i “nostri”, un grande “spettacolo” ed hanno dimostrato, certamente in questa occasione, che i loro umori e le loro prospettive personali (il Sindaco ha addirittura impegnato la Giunta sul fronte del No) sono prevalenti sugli interessi, ed i destini, di un’intera comunità. MADRE TERESA. La Santificazione di Madre Teresa di Calcutta, la decisa presa di posizione del Papa contro coloro che devastano la Natura, dichiarato peccato grave, la morte di un finissimo musicista, amico carissimo, fra i fondatori della Nuova Compagnia di Canto Popolare e di Musica Nova, Carlo d’Angiò, la morte di Ottavio Bugatti, portiere-mito del Napoli, mio “eroe”, anche quando passò all’Inter, negli anni della prima gioventù sono i momenti di questi giorni che mi hanno particolarmente colpito. Ma più di tutti mi hanno emozionato le imprese degli atleti ai Giochi Paralimpici. A prescindere dagli entusiasmanti risultati degli atleti Italiani e dalla bella prestazione del “nostro” Gianni Sasso, questi autentici Eroi di ogni Nazione hanno saputo trasformare la loro tragedia personale in ragione portentosa di vita. Chapeau! REFERENDUM. Intanto una buona notizia: in riferimento alla inopportuna, ed impropria, dichiarazione di sostegno alle ragioni del Sì al Referendum costituzionale da parte dell’Ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, il Presidente della Repubblica ci ha fatto sapere che “la sovranità appartiene al Popolo Italiano”. Ohibò! Ha fatto bene, comunque, a ricordarlo, anche perché al nostro Presidente qualcuno avrà raccontato di ben altre ingerenze degli Stati Uniti, a cominciare da quella imposta, ed accettata, ad Alcide De Gasperi in occasione del suo viaggio in America nel 1947: fuori i Comunisti ed i Socialisti dal Governo. A fronte di un cospicuo, coincidente, stanziamento in favore del governo italiano. Oltre, pare, ad un po’ di dollari per sostenere le “spese” della Dc. Al Pci pensava l’Unione Sovietica. Doveva arrivare Bettino Craxi alla Presidenza del Consiglio per raddrizzare la schiena alla sovranità Italiana, nei confronti degli Stati Uniti, a Sigonella. Quel gesto, deciso e sovrano, impose applausi di rabbia alla Dc ed al Pci. E costò, nel tempo, molto caro a lui ed al Psi. Altri tempi. Altri uomini.