Delrio a due e la casa crolla
Cari amici lettori, v’intrattenni, la scorsa settimana, su un genere teatrale: la farsa. Genere antico che, come ebbi a osservare, ritraeva la politica fin dal “salsicciaio” di Aristofane.Ora desidero restare in argomento, proponendo un genere moderno: il teatro dell’assurdo. Beckett e Ionesco non sono facilmente godibili come le commedie di Pulcinella; questo accade perché descrivonoil dramma dell’uomo contemporaneo che vor-rebbe sopravvivere alle pressioni opprimentidella società, ma non riesce in questa titanicaimpresa. Ad esempio, come non ravvisare ne“I rinoceronti” la disperata lotta dell’uomo li-bero (ancora per poco) contro il conformismodel politically correct?Io conservo, nella mia raccolta di filmati tea-trali, la deliziosa rappresentazione di un’altraopera, meno nota, di Eugene Ionesco: ”Deli-rio a due”. Interpretata da Renato Rascel eFulvia Mammi, la pièce rappresenta l’inter-minabile litigio fra due coniugi su una que-stione senza alcuna importanza, mentre pocoa poco la casa crolla sotto le cannonate di unconflitto esterno completamente ignorato daiprotagonisti.Io debbo ammettere, in verità, che il teatro del-l’assurdo descrive, in questo caso, un atteg-giamento non esclusivamente proprio dell’uo-mo contemporaneo. Proverbiale è, infatti, ilcomportamento dei teologi bizantini che aspra-mente dibatterono la questione del sesso degliangeli, durante l’assedio turco che si conclusecon la caduta di Costantinopoli e la fine del-l’impero d’oriente.Dobbiamo, tuttavia, riconoscere, a quegli sva-gati chierici un’attenuante: non a essi, ma apolitici e generali spettava arginare l’offensivafinale degli adoratori di Allah.Oggi, invece, le classi dirigenti (ma, per quel chedirigono, sarebbe più appropriato definirle pa-rassite) d’Italia, d’Europa e dell’Occidente sicomportano esattamente come quei personaggidi Ionesco che attenuanti non avevano, poichéera la propria casa a rovinar loro addosso, unpezzo dopo l’altro.Cominciamo dalla nostra sventurata città, chefu, forse, un paradiso abitato da diavoli, ma stadiventando, un giorno dopo l’altro, un infernoabitato da poveri disgraziati che non hanno ilcoraggio di andarsene altrove. La città crolla:crollano i palazzi, le strade, i terrapieni, finan-co la chiesa di San Giacomo che è solo qual-che piano più sotto dell’ufficio del sindaco. Lamiseria cresce, i negozi chiudono, l’artigiana-to è un bel ricordo, le strade sono affollate dibarboni nostrani e di più aggressivi accattonineri o gitani, ex benestanti vanno nelle par-rocchie per mangiare un piatto di pasta chenon sono più in grado di comprare, i banca-rellari indigeni sono stati soppiantati da vu’cumprà’ che pagano le tasse soltanto alla ca-morra e al terrorismo islamico. In questo con-testo quali sono le preoccupazioni del sinda-co? Aprire una nuova pista ciclabile in via Ma-rina e distruggere lo stadio San Paolo ubican-doci un concerto senza uno straccio di pre-ventiva organizzazione!Passiamo all’Italia. Ad onta dei trionfalisticiproclami renziani, la crisi economica continuaa strangolare la nostra economia e il disavan-zo pubblico continua a crescere, anche se cipermettiamo di essere fra i maggiori creditoridella massa fallimentare ellenica e di finan-ziare, oltre a innumerevoli missioni “di pace”,costosissimi programmi d’importazione degliinvasori musulmani. Fra questi, non pochi ter-roristi, se è vero (e chi ne dubita?) il dato uffi-ciale che abbiamo fra noi almeno cinquanta-mila sostenitori del “califfato”. Intanto au-mentano le famiglie italiane che dormono inautomobile, mentre gli immigrati musulmanisi rifiutano di abitare gratuitamente in appar-tamenti mobiliati a nostre spese perché nel pa-lazzo ci sono anche famiglie di cristiani. In que-sto quadro abbastanza deprimente, Petrusi-niéllo saltella da uno schermo televisivo al-l’altro, elemosina sostegni europei da france-si e tedeschi che gli ridono dietro, si preoccu-pa attivamente di leggi elettorali e altre similiquisquilie, è impegnato allo stremo per risolverei casi di De Luca e di Marino e, soprattutto,per evitare di pagare quanto dovuto ai pensio-nati.Passiamo all’Europa. Questo continente, ap-pena un secolo fa, dominava il mondo; ora nonè più padrone neanche di se stesso. Hanno co-struito una mostruosa macchina burocraticache prende ordine da Washington e da Bil-demberg attraverso il quarto Reich di frau Mer-kel. Questa macchina, dopo essersi gingillatacon le dimensioni dei cetriolini e dei fagiolini,ha inventato l’euro, espropriato le nazioni piùstupide della loro sovranità, spinto le nazioni piùpovere sull’orlo del fallimento e ora attendeangosciata l’esito del referendum greco. Que-sto mostruoso burosauro finge di non vederel’invasione in atto e critica i paesi più avvedu-ti che costruiscono muri di sbarramento (lohanno fatto Spagna, Bulgaria, Ungheria e losta facendo, a modo suo, l’Inghilterra a Do-ver; Renzi e compagni, invece, stendono tappetirossi). Obbediente agli ordini dell’abbronzatopremio Nobel per la pace, l’Europa minacciaguerra alla Russia e si taglia i cosiddetti an-nullando vantaggiosi contratti con il suo pro-prio oriente. Perché dobbiamo combattere peril Donbass? Cavour mandò i bersaglieri a com-battere in Crimea, ma lo fece perché si prepa-rava a schiacciare il Regno sotto il tallone pie-montese. Cosa vuole quest’Europa che ha rin-negato le proprie origini? Ha un progetto ol-tre quello di arricchire i banchieri e immiseri-re i sudditi? La Libia, liberata (?!?) da Ghed-dafi, ci cade addosso con il suo milione di in-vasori in attesa e noi chiacchieriamo di Do-netsk e Luhansk? Questo, almeno, è l’unico ar-gomento su cui ha aperto bocca la Mogherini,già ministro d’Italia e ora ministro d’Europa.Vorrei tacere, per decenza, del decadente im-pero governato dall’abbronzato premio Nobelper la pace, ma non posso. Gli Usa non si di-sinteressano; magari lo facessero! Hanno com-battuto e distrutto il colonialismo europeo ehanno finito per cedere il loro neocolonialismoai cinesi e ad altri imperi emergenti. Hannocacciato lo scià di Persia, senza riuscire ad im-maginare che Mossadeq avrebbe fatto la finedi Kerensky. Hanno fatto fuori Saddam Hus-sein e Gheddafi, con le conseguenze che tutti ve-diamo. Blaterano di democrazia e pensano so-lo agli oleodotti. Sotto sotto, sostengono l’Isiscome alternativa all’imperialismo sciita. Lechiacchiere sulla lotta al califfato, in realtà, nonsono state seguite dai fatti. Anzi! Il nemico nu-mero uno di Obama resta Assad e, quindi, tan-to peggio per i siriani in fuga dai miliziani chetagliano teste, crocifiggono e annegano pri-gionieri ingabbiati! Tanto peggio per i curdiche si battono contro le brigate dei figli di pa-pà, aiutati ad arrivare sul posto dalla Turchia,membro della Nato! Tanto peggio per l’Euro-pa a rischio di sottomissione!La casa che crolla, però, non è degli america-ni. È nostra. Dovremmo essere noi a sfodera-re gli attributi virili per difenderci. Non pos-siamo farlo, perché ce lo impedisce la teoriagender insegnata obbligatoriamente nelle scuo-le. Se possiamo scegliere il sesso, possiamo sce-gliere anche di essere eunuchi. Non per furbi-zia, come il turco napoletano impersonato daTotò, ma per stronzaggine.E allora? Solo la Divina Provvidenza può sal-varci. Ma la saggezza popolare ammonisce:Aiutati, che Dio ti aiuta