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Formazione, un volano per lo sviluppo d’impresa

Opinionista: 

“Imparare è come remare controcorrente: se smetti, torni indietro”, recita un vecchio adagio cinese, oggi più che mai d’attualità. Nel mondo che cambia, e con le dinamiche e il mercato del lavoro che si modificano a una velocità impensabile fino a venti anni fa, c’è lo spazio per “imparare”, appunto, a leggere e interpretare il futuro in un’altra chiave. Che è quella che sfuma dal “fare” al “sapere” fino a sfociare nel “saper fare”. Con questo spirito, oggi alle 16,30, presso la “Apple developer Academy” della Università Federico II, a San Giovanni a Teduccio, i gruppi Giovani Confapi Napoli e Nazionale, con la collaborazione dell’Ateneo Federiciano, hanno deciso di organizzare una tavola rotonda dal titolo “Non-stop studying generation - La formazione come strumento per lo sviluppo d’impresa. Ricerca e innovazione per competere oggi e domain”. “Non-stop studying generation”, appunto. Non si smette mai d’imparare. Ne parleremo con Valeria Barletta (presidente Giovani Confapi Campania); Angelo Bruscino (componente Giunta Confapi Nazionale); Gaetano Manfredi (Rettore Federico II); Antonio Marchiello (assessore alla Ricerca e alle Attività produttive della Regione Campania); Alessandra Clemente (assessore alle Politiche giovanili e all’Innovazione e alle Start up del Comune di Napoli); Felice Russillo (delegato Formazione e innovazione Confapi Campania) e Jonathan Morello Ritter (presidente Giovani nazionale Confapi). Ognuno porterà un contributo d’esperienza e una visione del futuro. Viviamo il tempo in cui le Pmi e il mondo accademico si sono avvicinati fino a sovrapporsi su alcuni segmenti di interesse. Le imprese, oggi, partecipano attivamente alla definizione di modelli didattici in grado di rispondere alle loro reali esigenze e da esse spesso provengono le testimonianze che diventano case-study. Dal canto loro, le università offrono agli studenti più meritevoli occasioni di apprendimento e di stage nelle realtà produttive più avanzate e collaborano ai protocolli di ricerca e di sviluppo delle aziende. Una partnership, se così vogliamo chiamarla, che al Sud è arrivata in ritardo, rispetto ad altre parti d’Italia, ma che sta velocemente recuperando terreno anche e soprattutto grazie a iniziative dallo straordinario valore come l’“Apple Academy” di cui saremo ospiti. Apprendimento e formazione visti come valori aggiunti - asset del patrimonio intangibile della persona e, quindi, della risorsa umana aziendale - e non come costi fissi. E forse non è un caso che il Governo, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, abbia recentemente deciso di rendere esecutivo il decreto attuativo sul credito di imposta per la formazione 4.0 previsto dalla legge di Bilancio 2018. Provvedimento che «premia» le attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento, da parte del personale dipendente dell’impresa, delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la realizzazione del processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese previsto dal Piano nazionale Impresa 4.0 (come, ad esempio, big data e analisi dei dati; cloud e fog computing; cyber security; manifattura additiva o stampa tridimensionale; internet delle cose e delle macchine; o ancora integrazione digitale dei processi aziendali). Sono segnali di un’evoluzione che le imprese, e soprattutto i giovani imprenditori, devono cogliere. L’istruzione e la formazione, di ingresso e continua, sono oggi da considerare più che mai le leve fondamentali e strategiche di innovazione del sistema produttivo e dei servizi, capaci di migliorare la competitività delle imprese e di valorizzare le capacità professionali dei lavoratori incrementandone (a loro vantaggio, anche) l’occupabilità sul mercato del lavoro interno ed esterno alle imprese. Stiamo assistendo a un passaggio epocale, per quanto riguarda le politiche d’impresa e di produzione, che ci porterà dai campi conosciuti, ma ormai aridi, della “meccanica” della catena di produzione e fornitura, a quelli inesplorati, e fecondi, della “logica” e del “contenuto tecnologico”. Non basterà più produrre e vendere, ma sarà necessario rivedere i principi secondo cui si produce e in base ai quali si offre il proprio prodotto. L’innovazione sarà una tempesta perfetta, e a sopravvivere saranno - parafrasando Darwin - non le specie d’impresa più forti ma quelle che si saranno preparate per tempo.