Grazie Silvestrini, ora fai un passo indietro
Vittorio Silvestrini è stato l’ideatore, l’animatore, il protagonista indiscusso di quel piccolo miracolo che ha rappresentato, per Napoli, Città della Scienza. In decenni di immobilismo, la struttura flegrea è stata una magnifica eccezione. Un’oasi in un’area degradata, abbandonata dall’industria pesante ma non ancora interessata da un processo di rigenerazione urbana. Negli ultimi tempi, per motivi che non interessano questa sede, Silvestrini ha questionato con alcuni dei suoi più stretti collaboratori. La posizione dello scienziato è parsa sempre più isolata nell’organismo di vertice di Città della Scienza. Anche chi, sulle prime, ha cercato di mediare, come il Presidente di Svimez Adriano Giannola, ha poi finito col prendere nettamente le distanze dal maestro, probabilmente a malincuore, a fronte di situazioni divenute ormai impossibili da gestire altrimenti. Tra le ultime iniziative di Silvestrini, c’è stato un ricorso contro l’ipotesi di delocalizzazione di Città della Scienza, ormai condivisa da tutte le istituzioni. Se fosse accolto, comporterebbe l’ennesima paralisi per il processo di bonifica e riconversione, finalmente avviato dopo i decenni bui, innanzitutto per effetto della ‘pacificazione’ avvenuta fra tutti i livelli istituzionali, Palazzo San Giacomo incluso. Non credo che, tra le intenzioni dei nostri governanti, del commissario di governo Nastasi o dell’Amministratore di Invitalia Arcuri, ci sia l’azzeramento di Città della Scienza. Un’esperienza di successo che, anche di recente, con manifestazioni come Corporea, ha dimostrato di poter attrarre migliaia di visitatori e costituire, tra l’altro, uno strumento di divulgazione del sapere scientifico prezioso per ogni fascia d’età. Ma se anche, per assurdo, la rinascita di Bagnoli e di Napoli dovesse passare per il sacrificio della creatura partorita dal genio di Silvestrini, la posta in gioco sarebbe così importante da giustificare una così spiacevole conseguenza. Per fortuna, c’è da scommetterci, non sarà così. Ma Silvestrini, magnifico campione solitario di un’epoca al tramonto, farebbe bene a fare un passo indietro. Oggi soprattutto, che il futuro partenopeo e campano si gioca sulla capacità di essere coesi, di sviluppare azioni di sistema, di profittare di virtuose sinergie, tra istituzioni e soggetti sociali. Non si è uomini per tutte le stagioni. Nemmeno quando si ha una storia personale prestigiosa, degna di ammirazione e di gratitudine da parte di un’intera collettività, come nel caso di Vittorio Silvestrini.