Il futuro corre sui binari ma con treni... vecchi
Ne siamo tutti convinti da molto tempo. I trasporti su gomma, privati e pubblici, sono stati necessari, ma ora non si fa un passo avanti senza il ferro: binari nuovi, anzi nuovissimi come quelli dell’alta velocità. Per diversi decenni abbiamo attuato politiche di sostegno alla Fiat (diventata una Monarchia che “prosperava” dentro una Repubblica). Più automobili e più autostrade: tutto si rincorreva e camminava insieme. Da alcuni anni la rivincita del treno. Che soddisfazione fare Napoli-Roma in un’ora e dieci minuti! Pensiamo come sarebbe felice Antonio Ghirelli il quale, in tempi non sospetti, diceva una cosa semplicissima: «Tra Roma e Napoli non dovrebbe esserci nessuna distanza, o discontinuità, perché noi napoletani quando andiamo a Roma non andiamo in un’altra città, ma nel nostro centro storico». Sul piano del riassetto geografico-urbanistico si ipotizzò perfino di fare, delle due, una sola città chiamata Ro-Na oppure Na- Ro secondo la preferenza. *** Da ieri a oggi. Finita la seconda guerra, il primo treno partito da Roma raggiunse Napoli, via Cassino, impiegando dodici ore. Si sa perché. Non si capisce invece perché, ora, l’alta velocità scende a Napoli e qui si ferma. Tutto il resto del Mezzogiorno ricorda i personaggi di “En attendant Godot” di Samuel Beckett, che aspettano qualcuno- qualcosa che non si sa se e quando arriverà. Quando, per esempio, Napoli- Milano in tre ore e mezzo? E quando Napoli-Palermo o linee per Bari e Reggio Calabria dimezzando i tempi attuali? C’è solo da aspettare i tempi lunghi del ponte sullo Stretto di Messina o c’è altro da fare nel frattempo? *** Patto per Napoli. Il premier Matteo Renzi ritorna da noi anche se ci fu un tempo in cui Napoli venne dichiarata “città derenzizzata” (come se il Presidente del Consiglio fosse stato un acerrimo nemico o un disastro immane come il nucleare o una Seveso planetaria. Ora ritorna e Palazzo San Giacomo per primo gli va incontro a braccia spalancate. Il premier porta una borsa con quasi 310 milioni. “Pecunia non olet”, diceva l’imperatore romano Vespasiano definito “delizia del genere umano”. Nè il sindaco de Magistris si sogna di ripetere il famoso “timeo Danaos et dona ferentes” (temo i Greci anche quando portano doni). *** Matrimonio con dote. La stazione di Afragola (piccola, grande capitale del futuro che camminerà in treno, progettata dall’architetto Zaha Hadid ) deve essere ultimata. È un passante indispensabile se si vuole che l’alta velocità arrivi a Salerno senza la sosta a Napoli. Il presidente della Regione De Luca sprizza gioia da tutti i pori e di ragioni ne ha molte: il patto per Napoli diventa, di fatto, un patto per la Campania che vale 2,7 miliardi cui se ne aggiunge un altro che De Luca afferma di “aver fregato” a Renzi. ”Con tutti questo soldi, io uno così me lo sposo”, dichiara euforico il presidente della Regione. Sì, ma dopo gli annunci e l’iniziale euforia, occorrerebbe avere certezza dei tempi e chiarezza sulle priorità e sugli obiettivi da raggiungere. *** Un sistema da aggiornare. Le grandi distanze sono importanti, ma non si può prescindere dalla rete regionale e dai percorsi provinciali: treni su e giù per la Campania sia in superficie che nel sottosuolo,dentro ciascuna delle cinque province. Da almeno un lustro c’è un progetto di Metrò regionale che giace negli uffici dell’Assessorato ai Trasporti. Ora è pieno di polvere. Quando venne ideato si pensava che avrebbe coinvolto non meno di 50 milioni di utenti, consentendo un collegamento Napoli-Salerno in non più di quaranta minuti: una straordinaria alternativa alle autostrade che raggiungono Salerno partendo da Napoli e da Caserta. *** Aziende da risanare. In Campania scorrono binari per 1.205 chilometri. Molti treni sono antidiluviani. Ironia del destino: è proprio durante una pioggia battente che i convogli della Vesuviana si sono rivelati dei colabrodo. È accaduto un giorno lungo il percorso per Sorrento. Sotto la furia di un temporale (ma lui faceva soltanto il suo mestiere!) alcuni tetti hanno ceduto e nelle vetture è piombata tanta acqua da trasformarle in mini piscine o vasche da bagno. Adesso vengono promessi treni di “ultimissima generazione” impermeabili alle piogge anche se dovessero presentarsi sotto forma di bombe d’acqua! Naturalmente, se si sposta lo sguardo alla Circumflegrea (dove un tratto dovrebbe essere interrato in vista della nuova stazione di Pozzuoli) o alla Alifana, la situazione non diventa più incoraggiante. A Napoli l’Eav, ente gestore, dice che è tutta colpa dei debiti pregressi (più di 600 milioni e non si sa da quale borsa debbono uscire). *** Uno sgarbo alla Storia. Non si sa chi ne è l’autore, se il Comune di Napoli o la Mostra d’Oltremare. Nel 1940 l’Ente di Fuorigrotta riceve “in dono” da Palazzo San Giacomo, la linea teleferica Campi Flegrei-Posillipo Alto (la parte di via Manzoni vicina al Parco Virgiliano): un bel collegamento su un versante particolare dell’area metropolitana. La linea ha funzionato per ventuno anni, fino al 1961. Sulla sua dismissione il Comune ha avuto, nel 2010, un ripensamento. Ma del progetto di recupero non si è saputo più niente. Cosa succederà ora di questo impianto che venne approntato da Giulio De Luca, uno dei progettisti più prestigiosi del tempo? Deciderà il mercato tra riuso e archeologia industriale. Succede sempre così quando le istituzioni non hanno lucidità mentale.