Il medico pensa e l’ammalato muore
Sembra che le vicende giudiziarie, le lotte interne al Pd e la incapacità delle forze politiche di raggiungere in tempi brevi, anche rispetto alla volontà manifestata a più ripresa dal Capo dello Stato, una intesa per il varo di una nuova legge elettorale, secondo i limiti fissati dalla Corte Costituzionale, assicurino al governo Gentiloni una sopravvivenza fino al 2018, data di scadenza naturale del Parlamento. Gentiloni, d'altro canto, è fortemente condizionato dal suo predecessore che gli ha imposto nel governo tutti uomini di sua stretta osservanza. Gentiloni non è stato in condizioni di nominare nemmeno il sottosegretario alla presidenza avendo Renzi preteso la nomina della sua fedelissima Elena Boschi, già ministro nel suo governo con la delega per le riforme ,bocciate clamorosamente con il recente referendum dal popolo italiano. Tutto ciò, anche se Gentiloni fosse animato da concreti sentimenti per risolvere i problemi che affliggono questo Paese, a cominciare dalla revisione delle riforme bocciate è seriamente ostacolato da tali presenze che intendono, forse rinviare il tutto a dopo la scadenza elettorale per inscriverle al ritorno di Renzi da loro fortemente auspicato. Ammoniva spesso un grande maestro politico della cosiddetta Prima Repubblica Carlo Donat Cattin: «La filosofia della politica, l'istituzionalismo hanno il loro peso ma come sempre conta di più la politica reale quella che tocca i cittadini, gli uomini, le classi e la società». Il problema istituzionale merita particolare attenzione. Ma la domanda è questa che i cittadini si pongono: a che servirebbe avere i nuovi strumenti senza avere prioritariamente un progetto politico di sviluppo? Quale modello di Stato democratico e pluralistico? Quali partiti come strumenti per realizzare un'idea? La forma partito va difesa, rilanciata. E non certo il “populismo imperante” alla maniera grillina che privi di progetto politico e di idee si ritiene che basti eccitare gli animi per governare. Quali sono le proposte di quest'ultimi sulla disoccupazione non certo con la proposta di 200mila posti di lavoro nella pubblica amministrazione si risolve il problema sul fisco, sull'inflazione, sulla bilancia dei pagamenti? Ma quali sono le idee di costoro sulla povertà che aumenta giorno per giorno? La questione sociale non è superata. Previdenza, politica delle famiglie rappresentano i nodi che vanno sciolti . E che dire poi della politica sanitaria! Occorre definire i ruoli nel rispetto bilaterale dei corpi separati che vanno difesi nella loro autonomia senza comunque ,invadere il campo politico. Ma occorre anche richiamare alcune aziende che intendono andar via dall'Italia per collocarsi in altri Paesi dopo aver per decine di anni lucrato con la cassa integrazione in Italia e forse la famiglia Agnelli dovrebbe pure informare il suo amministratore Merchionne.