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Il mostro criminale va colpito alla testa

Opinionista: 

Liberato il polmone sinistro dai coaguli di sangue formatisi con una “ferita da guerra”, la piccola Noemi, (ieri ha compiuto 4 anni) ha ripreso a respirare da sola riannodando il filo della vita. Anche gran parte della città ha ripreso fiducia. Ma è bene che le “luci” della solidarietà e dell’indignazione che si sono accese davanti all’ospedale pediatrico più importante del Sud, non si spengano mai nella speranza che al Santobono non entrino più bambini e ragazzi vittime di una malavita spietata e sanguinaria. Quelle “luci” sono state il simbolo e lo specchio visibile della “Napoli che non ci sta” a vivere nella barbarie del primitivismo e della sopraffazione animalesca. Se quando la magistratura rivela patologie ci sentiamo “tutti in libertà provvisoria”, quando la delinquenza impazza selvaggiamente senza freni ci sentiamo “tutti potenziali bersagli” di pallottole vaganti, coinvolti senza sapere perché in feroci vendette. *** UNA TRAGICA SEQUENZA. Maggio 1982: a Cava dei Tirreni Simonetta Lamberti (10 anni), figlia del magistrato Alfonso Lamberti, viene uccisa da killer che sbagliano obiettivo. Una svolta della malavita che diventa sanguinaria e cieca. Da allora, compresi fra i 18 mesi e i 16 anni, cadono Luigi Cangiano, Nunzio Pandolfi, Fabio De Pandi, Gioacchino Costanzo, Ciro Zirpoli e Valentina Terracciano. Una lunga scia di dolore che attraversa i quartieri napoletani (Siberia, Traiano) e popolosi Comuni (San Giuseppe Vesuviano, Ercolano, Pollena Trocchia). Unica colpa: trovarsi, anche se non sempre, insieme con familiari legati più o meno a clan rivali. Marzo 2004: Annalisa Durante, 14 anni, viene colpita a Forcella. L’obiettivo era il nipote del boss Luigi Giuliano che, da codardo, si fa scudo con il corpo di lei. Nei giorni più critici di Noemi, il padre di Annalisa dice che questa bimba è ora figlia di tutti perché “in lei c’è tutto il nostro dramma”. *** UNA SCENA AGGHIACCIANTE. All’improvviso, in piazza Nazionale, il cielo precipita sulla terra. Un killer corpulento, vestito di nero, scende dalla moto gialla (rubata) e spara. Una pioggia di colpi. Obiettivo il pregiudicato Salvatore Nurcaro, 31 anni, non nuovo a scene di violenza nel contesto delinquenziale della convulsa area orientale della città. Ora un raid per regolare i conti di un fallimento milionario? Non tutti i colpi vanno a lui: uno raggiunge la piccola Noemi e uno la nonna Immacolata. Il Nurcaro riesce a scappare. Nella furia inseguitrice, il killer passa sul corpo della bambina. La scavalca due volte a rischio di schiacciarla col suo immondo corpaccione. Le indagini (magistratura e forze di polizia coordinate come non sempre avviene), portano rapidamente all’arresto di Armando Del Re (29 anni) in fuga verso Siena dove il padre è da tempo in carcere. Nell’area nolana viene raggiunto il fratello Antonio (18 anni), accusato di aver fornito, alla “spedizione punitiva”, il “supporto organizzativo e logistico”. Due giovani fratelli i cui nomi non compaiono per la prima volta nella “geografia più grigia” dei Quartieri Spagnoli. *** COMMOZIONE AI LIVELLI PIÙ ALTI. Dal San Carlo, dove il Cotec Europa (competitività tecnologica) riunisce tre Capi di Stato (Italia, Spagna, Portogallo), parte un’espressione di commosso affetto per la piccola Noemi. Appena gli riesce, il presidente Mattarella raggiunge il Santobono. Poche parole, perché gli occhi parlano da soli, ai genitori Tania e Fabio. Da solo si raccoglie accanto alla bambina. Poche settimane prima si era recato al Rione Villa di San Giovanni dove un bambino aveva visto uccidere il nonno davanti alla sua scuola. All’ospedale pediatrico non mancano il presidente della Camera Roberto Fico e il ministro dell’Interno Matteo Salvini (non fa dichiarazioni: forse perché ha valutato che il silenzio era più importante di quello che avrebbe potuto dire? Soltanto in Prefettura non resiste a proclamare che “per le mafie non c’è né presente né futuro”). *** LA CHIESA IN CAMPO. La drammaticità della vita fa cambiare volto e linguaggio (meno soft e più tagliante). Il cardinale Crescenzio Sepe è impetuosamente esplicito: un crimine che chiede vendetta e non ammette alcuna forma di perdonismo (ai killer: non avete scampo). Noemi sarà portata all’abbraccio di Papa Francesco (il 21 giugno a Napoli, alla Facoltà Teologica dell’Italia meridionale di Posillipo). Nelle (sempre ovattate) stanze di Donnaregina, tira un’aria nuova. C’è una Chiesa dolente, come assicura Angelo Scelzo vaticanista di lunga esperienza, che diventa ancor più militante tra le devastazioni e le rovine delle tragedie in atto, costretta a mettere da parte gli accomodanti (spesso non compresi) comportamenti ordinari. È una Chiesa che accentua il proprio impegno verso la specificità del territorio del suo insediamento sociale. È giunto il momento, conferma Scelzo, in cui nessuno, e tanto meno la Chiesa, può rassegnarsi a vedere scorrazzare per le strade, a ogni angolo e ora del giorno, bande di criminali che pretendono di regolare nel sangue, anche degli altri, i propri conti maledetti e sporchi. *** A CIASCUNO IL SUO. Lo diceva Leonardo Sciascia (ma era il sottotitolo, ”unicuique suum”, dell’Osservatore Romano, quotidiano del Vaticano). A Napoli la drammaticità delle emergenze impone ai poteri di camminare insieme congiungendo, operativamente, ragione e fede in una unica volontà di agire. Il mostro da abbattere è uno solo per tutti.