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Il poco peso politico della Figc e gli errori arbitrali

Opinionista: 

Sul luogo della malefatta, 24 ore dopo, c’è ancora cattivo odore. Solo qui, in Italia, siamo capaci di riempire ore di trasmissioni tv e colonne di giornali sviscerando la scena del delitto dopo tanto tempo. Nelle altre nazioni ci prendono in giro: se succedono cose come quelle accadute sui campi di Europa League di Napoli e Siviglia se ne discute al massimo per un’ora o due. Poi punto e basta, si pensa alla prossima. Nel Belpaese no, la nostra è ‘una malatia’, come dice Maurizio de Giovanni nei suoi (adorabili) testi; siamo abituati a leggere dentro i dettagli, a misurare i centimetri, la lunghezza della scarpa per valutare l’errore dell’arbitro sui dettagli, sul fuorigioco, per esempio. Così l’errore (per carità, enorme, altro che centimetri) del San Paolo del mancato fischio sul gol-Dnipro è diventato, ed è, fatto nazionale: pagine e pagine di foto, grafici, calcoli di diagonali… Un esame scientifico, insomma. Per noi è un’enormità, gli altri Paesi ridono. Esattamente come per i quasi beffardi errori arbitrali anti-Fiorentina a Siviglia. La chiave è tutta lì, crediamo: i padroni del vapore, Fifa ed Uefa, quest’anno hanno messo in piedi un grande impegno economico e politico, di energie e rapporti, con la loro campagna antirazzista; se un loro collega di vertice, un presidente come per esempio Tavecchio, presidente della nostra FIGC, spara gaffe clamorose come quella celebre delle banane di “Optì Pobbà”, beh, sono autogol che il Palazzo non sopporta, che in qualche modo condizionano le loro scelte (di Platini per esempio….). Non per questo, certo, l’arbitro non ha fischiato il clamoroso fuorigioco sull’1-1 del Dnipro, ma diciamo che la cosa in qualche modo ha, inconsapevolmente, influito sul non-fischio. Insomma la debolezza politica e d’immagine della nostra federazione è ‘complice’ di certe mancanze che sul campo hanno pagato Napoli e la Fiorentina. Questo non giustifica i vuoti di memoria e di personalità azzurri. A Kiev sarà tutto diverso. Proprio per il fatto che si giocherà nel grande stadio della capitale ucraina e lì dentro ‘scompariranno’ i tifosi del Dnipro. Niente o quasi fattore campo giovedì prossimo, insomma: se i tifosi azzurri organizzeranno il loro viaggio, là si sentiranno, eccome. Fermo restando che ci vorrà un Napoli vero, col coraggio poco mostrato al San Paolo, specie in quel tragico, inerme, primo tempo. Il resto delle cose azzurre per ora vanno in soffitta, o quasi. Sia la partita di Parma sia la vicenda del contratto di Benitez, rinnovo o meno. Con gli emiliani si vedranno tante seconde scelte. Zapatone in primis. Gabbiadini dal 1’? Perché, è una seconda scelta lui? Ah già, per Rafa lo è, dimenticavamo…