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Il reddito cittadinanza e le “anime candide”

Opinionista: 

Il reddito di sudditanza, lo ha etichettato “il Giornale”. Alla resa dei conti, infatti, si è scoperto, niente meno, che da Napoli è arrivato il maggior numero di richieste per il reddito di cittadinanza, più dell’intera Lombardia. Che un terzo dei sussidi è reclamato da due sole regioni, Campania e Sicilia. Di fronte alla meraviglia ostentata da tante anime candide, c’è da chiedersi cosa ci si attendesse dalla verifica delle domande. Forse qualcuno pensava che gli aspiranti accorressero a frotte da Milano o da altre terre lumbard? Si può essere favorevoli o contrari al reddito di cittadinanza. Comunque lo si voglia considerare, è uno strumento per le aree deboli e per le fasce sociali in condizioni economiche più critiche. E il Sud ha tassi di disoccupazione molto più elevati della media Paese, il reddito dei settentrionali è superiore del 44,2% a quello dei meridionali. C’è da chiedersi, dunque, se certi commentatori abbiano chiaro il concetto che l’Italia è un Paese diviso in due. A quasi centosessant’anni dalla sua unificazione. Sentire parlare di “vocazione al sussidio” da parte degli abitanti delle terre al di qua del Garigliano, nella situazione appena esposta, sa di beffa che si aggiunge al danno. È un po’ come chi chiede maggiore autonomia per le Regioni settentrionali, pur se dovesse comportare (e sicuramente comporterebbe!) sottrazione di risorse alle aree più povere del Paese. “Tanto, quelli non li usano bene i loro soldi, li sprecano, perché continuare a darglierli?”, è il messaggio che si vuole far passare. Ignorando una verità di fatto: gli sprechi e gli scandali ci sono anche al Nord, al Sud ci sono meno risorse pubbliche, ed è questa la principale ragione per cui i servizi sono meno strutturati rispetto a quelli erogati nel settentrione. Il vero punto debole del reddito di cittadinanza, se mai, è che toglie risorse per altre finalità, il cui perseguimento sarebbe più importante per la crescita economica del Sud e dell’intero Paese. Chi tuona contro l’assalto alla baionetta della “plebaglia sudista” al reddito di cittadinanza, omette di aggiungere che, nello stesso tempo, viene bloccato il bonus Sud, non si rispetta il vincolo del 34 della spesa ministeriale in conto capitale per il Meridione, si tarda perfino a estendere a under 45 e professionisti quella misura “Resto al Sud” che, finora, aveva dimostrato di essere un efficace strumento di incentivo al lavoro nelle aree meno sviluppate dello Stivale. Superficialità o ipocrisia? Scegliete voi!