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Immigrati, l’agenda Ue rifugio degli ipocriti

Opinionista: 

La guerra in casa. La nostra. Nessuno ne è immune. Quanto è accaduto due giorni fa al centro di accoglienza a Castellammare di Stabia lo dimostra. «Dateci i 75 euro che ci avete promesso », urlavano gli immigrati in rivolta. Chissà cosa ne pensano i nostri disoccupati e pensionati al minimo. I flussi migratori, sempre più gestiti dai fondamentalisti islamici, sono ormai un affare di tipo criminal- terroristico. Sulle coste libiche sono loro, i jihadisti, a gestire il business dei disperati. Che quando arrivano da noi sono presi in consegna da cooperative che si occupano dell’altro business: quello dell’accoglienza. Il tutto sulla pelle di poveracci senza futuro. Ieri la Commissione Ue ha adottato la nuova agenda sull’immigrazione, ma invece di impegnarsi per siti di accoglienza sicuri in Africa del Nord lavorando con i governi di Egitto, Algeria e Marocco - attivi nella lotta al terrorismo islamico - ha rilanciato la sua ultima genialata: le quote, ovvero la possibilità che i richiedenti asilo vengano divisi tra i Paesi Ue. Detta così sembrerebbe una cosa positiva, perché per la prima volta l’Italia non verrebbe lasciata sola ad affrontare questo fenomeno planetario. Nei fatti è l’ennesimo bidone. Primo: appena sulle coste libiche si diffonderà la notizia che dall’Italia si potrà andare in Nord Europa senza essere bloccati alla frontiera e rispediti nel nostro Paese, le partenze si moltiplicheranno. Ma saremo comunque noi, che restiamo il primo approdo, a dover gestire l’impatto degli arrivi. Secondo: alla fine solo una minoranza avrà i requisiti per andare in altri Paesi Ue. E tutti gli altri? Torneranno indietro? Certo che no, resteranno qui, divisi fra le varie recalcitranti regioni. L’unica vera novità riguarda l’apertura a una possibile campagna militare contro i trafficanti di esseri umani in Libia. Vedremo. Per ora ancora una volta l’Europa non dice come intende affrontare il governo dei flussi migratori, ma semplicemente si consegna ad essi, lavandosi la coscienza stanziando un po’ di soldi. Nessun impegno affinché i giovani africani abbiano condizioni di vita dignitose e restino a casa loro; non uno straccio di idea che non sia la resa all’immigrazione clandestina e incontrollata. Così facendo, l’esito di questa tragedia è un film già visto: a lungo andare la cattiva immigrazione caccerà quella buona e resteranno solo le macerie di una guerra tra poveri che è sempre più sotto i nostri occhi. Un conflitto che è nel cuore delle nostre città, soprattutto nelle periferie degradate e impoverite dalla crisi. La miseria e la mancanza di lavoro incattiviscono, mentre il confronto tra italiani sempre più poveri e vecchi da un lato, e popolazioni immigrate sempre più numerose e giovani dall’altro farà il resto. In un processo di decomposizione sociale il cui approdo non potrà che essere il tutti contro tutti. Il razzismo a quel punto diverrà il rifugio degli ipocriti.