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L’oscuro terrorismo del nucleo familiare

Opinionista: 

Siamo ancora sconvolti e avviliti da questa escalation terroristica che s'espande come un'inesorabile piaga pustolosa in un'Europa non più granitica nella sua matrice storica di tradizione cristiana, che, pur di mantenere una precaria sopravvivenza economica comunitaria, si scopre laica e multietnica, africana ed orientale, multiconfessionale e pronta, in tal senso, a disconoscere i valori delle sue radici. Un salto di qualità, in ambedue i casi, così ascoltiamo nei commenti che si parafrasano pedissequi nell'etere e sulla carta stampata. Manomettiamo ancora il senso espressivo, il significato intrinseco delle parole: come può definirsi "di qualità" quest'esplosione di odio e violenza, questa guerra agli infedeli di tutte le nazioni, questo fine ultimo di affermare la supremazia del proprio credo islamico come unica verità anche nello stesso mondo arabo? È solo un salto nel buio, nell'abisso più profondo, dove la nostra umanità dilaniata e svuotata di qualsiasi gesto e sentimento d'amore, senza quella "caritas" necessaria a comprendere e capire perfino noi stessi, svanirà senza possibilità alcuna di salvarsi. Il nemico è tra noi, ha vissuto fra di noi, e forse è uno di noi, è vero. Ma siamo sicuri di riferirci solo al fanatico sbarcato sulle nostre coste nascosto fra migranti impauriti, o al giovane alienato e disilluso da una società che gli ha rubato i migliori anni per un futuro incerto, o ad una mente instabile, facile preda di quel continuo plagio ideologico fondamentalista, che viaggia incontrollato nel mondo internauta, dove la solitudine interiore e sociopatica di sbandati alimenta la propria agorafobia intellettuale? Senza offesa, ma non ho bisogno di affermare di sentirmi francese o parigino o altro, per essere partecipe a queste tragedie, perché dovrei riaffermare di sentirmi ebreo, palestinese, curdo, armeno, tibetano o di qualsiasi altra etnia che abbia sofferto persecuzioni genocidiche in nome di Dio: il peggior crimine contro l'umanità che si possa compiere, come ha ancora una volta ricordato Papa Francesco, facendo bene a maledirlo insieme ai mercanti d'armi: non mi barricherò in casa, non rinuncerò a sorridere, né alimenterò sentimenti di paura e odio nei miei figli. La verità è che siamo pronti a versare fiumi di parole, a spulciare storie criminali, vite insignificanti ed ordinarie fino ad ieri, per vendere notizie, già passate, ma rinverdite dall'ultimo commento di "uno" più o meno importante, perché, diciamolo con franchezza e senza falsi pudori, la strage, il macabro, il sangue delle vite interrotte riempie un vuoto d'immagini e di opinioni: una "distrazione di cronaca" che ci fa dimenticare altre paure, terribili, inconsce, quel terrorismo rivoltante e aberrante che alberga e si nasconde nei meandri oscuri del tessuto familiare. Cosa pensare altrimenti di genitori che ammazzano i figli, o peggio, che li costringono a vivere nel cupo terrore quotidiano di un ambiente familiare, non incubatore d'amore ma carcere a vita, fatto di stupri e sevizie, da cui s'evade in tantissimi casi soltanto con la morte? Una esistenza di orrori domestici, di violenza animalesca che trascende qualsiasi confine geografico, qualsiasi fede o laico ateismo, che non alimenta alcun fondamentalismo o teoria genocidica, perchè essa stessa è madre e figlia di un'umanità sabotata e negata. Un'umanità che spesso, con uno sbrigativo richiamo ad un malinteso intervento di riqualificazione sociale e residenziale, ghettizziamo in insediamenti - li chiamano parchi - di degrado morale, in enclave suburbane e periferiche, dove la malerba delinquenziale, l'omertà e il disordine morale può alimentarsi indisturbato e recluso dalle sue stesse linfe velenose, come il triste esempio del Parco Verde a Caivano. Nella mia attività professionale ho dovuto confrontarmi con testimonianze vergognose di abusi, stupri e violenze familiari, provenienti in particolare da rioni containers del post-terremoto, dove la causa del vivere promiscuo in spazi ristretti era l'alibi più offensivo offerto all'indagine dello sconfortato medico, ma il ripetitivo assassinio di bambini, il terrorismo familiare come vissuto quotidiano, non aveva mai toccato le drammatiche cifre degli eventi che si ripetono in quel ghetto, dove la parola "verde" assume un'inquietante simbolismo con l'età delle vittime! Per gli attentati terroristici non ci può essere alcuna apologia, e non basterà comprendere le radici del male per fermarli nè guerre sante di ritorsione che farebbero altre vittime innocenti. Al contrario, in questo terrorismo familiare, in questa sottocultura sociale che esalta l'edonismo idiota, che indica spesso nel figlio un ostacolo al successo, induce menti sprovvedute ad emulare stili d'insulsa vanità e falso senso dell'onore, e che non frena il marasma interiore di genitori per sbaglio, siamo convinti che una risposta adeguata dalle istituzioni si ottenga, senza ulteriori buonismi, con una punizione durissima: carcere a vita, castrazione chimica, una scientifica e salutare diaspora dopo aver raso al suolo questi omertosi ghetti del male.