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La Colombaia, il calvario della “casa” di Visconti

Opinionista: 

Nell’ottobre scorso riflettevo sul “calvario” della residenza di Forio di Luchino Visconti, con una domanda: “Avrò compagni di viaggio in quest’ultima battaglia per la Colombaia e per Luchino Visconti?” Con dolore, ma non con sorpresa, ad oggi posso dire che non ho trovato “compagni” di viaggio espliciti, salvo pochi generosi, ma “occulti”. Pur tuttavia qualcosa sembrava muoversi, anche se non nel verso giusto: un bando del Comune di Forio, nel quale si trattava La Colombaia come uno stabile qualsiasi, senza alcun riferimento a Luchino Visconti ed alle sue ceneri che, per sua volontà, riposano nel parco annesso, insieme a quelle di sua sorella Uberta. Ad ogni buon conto, il bando prevedeva: la concessione della Colombaia in comodato gratuito per soli due anni ed aveva come finalità “attività culturali, eventi e manifestazioni anche mediante allestimento e gestione di mostre di rilievo internazionale nel settore dei Beni Culturali, della Cultura e delle Arti dello spettacolo”. Farraginose, slegate dal percorso culturale di Luchino Visconti ma comunque attività che sottendevano la riapertura della Colombaia e la relativa manutenzione. Dopo sei mesi quel bando non è stato ancora espletato e non se ne conoscono i risultati. Intanto La Colombaia è chiusa e, temo, cadente. Non dico le opposizioni comunali, ma neppure i concorrenti che avevano risposto al bando hanno niente da obiettare, ne hanno la curiosità di chiedere le ragioni del ritardo nell’espletamento del bando e della comunicazione del risultato? Surreale, forse torbido, se non… sospetto! Non è il caso di disturbare Giulio Andreotti e le sue “teorie” sul… valore del sospetto. C’è di più! Nessuno, salvo qualche personale solidarietà, degli intellettuali, degli uomini di cultura, di esponenti del mondo del cinema, del teatro, della lirica ha da chiedersi: ma che fine ha fatto La Colombaia, la memoria di Luchino Visconti, che qui lasciò “più vasta impronta”?! Ancora, perché non si parla più del progetto, cui pure era finalizzato l’acquisto, con stanziamento regionale, della Colombaia per creare lì una Scuola Internazionale di Cinema, Teatro, Musica nel segno del grande Maestro?! Così va il mondo, oramai! Eppure, per “salvare” La Colombaia dalla speculazione, ed ottenere il vincolo ex lege 1899 del 1939, in Parlamento Europeo ero riuscito a mobilitare personalità eminenti quali Valery Giscard d’Estaing, Simone Veil, Biagio De Giovanni, Alexander Langer. E, con l’energia di Maurizio Scaparro avevamo coinvolto, in memorabili manifestazioni, dal 1987 al 1990, i personaggi più in vista del percorso artistico e culturale di Luchino Visconti: da Alain Delon a Marcello Mastroianni, a Franco Zeffirelli, a Giancarlo Menotti. Solo per ricordarne alcuni. Sarà il caso di invocare la curiosità di quello che un volta si chiamava giornalismo d’inchiesta? O, più malinconicamente, sarà il caso di ricordare, a me stesso naturalmente, che le idee, anche le più fascinose, camminano sulle gambe degli uomini e, se quelle gambe sono fragili, anche le idee vanno in malora. Oppure, più semplicemente, è il caso di ricordare che i sogni, anche i più intensi, spesso “muoiono all’alba”. Così, come questo mio sogno antico, con buona pace di Luchino Visconti e di quanti pensano che in questo tempo oscuro e violento può avere diritto di cittadinanza ancora coltivare il sogno della Bellezza, di cui Luchino Visconti fu “testimone” impareggiabile.