La politica dei mezzucci danneggia i cittadini
Si può rallentare l’erogazione di fondi per la riqualificazione e la manutenzione straordinaria delle scuole? Impianti di illuminazione pubblica, svincoli autostradali, piattaforme informatiche, financo il sostegno a un ente simbolo della cultura napoletana, come la Fondazione Teatro San Carlo? Ebbene, questo hanno fatto i rappresentanti di partiti della rilevanza del Pd e di Forza Italia, facendo mancare il numero legale alla riunione di Consiglio della Città Metropolitana di Napoli dello scorso 30 dicembre. Il segretario provinciale del Pd, Venanzio Carpentieri, si è affrettato a chiarire che i 16 milioni di euro destinati a una serie di opere pubbliche, che dovevano essere deliberate in quella sede, non sono andati persi. “Ci vorrà qualche settimana in più per spenderli, ma non sono perduti”. Non è una spiegazione convincente. Nel Mezzogiorno le famiglie in difficoltà a causa della bassissima densità lavorativa sfiorano ormai il 50%. Per tornare a crescere serve un nuovo modello di sviluppo. Una delle condizioni per svoltare è che lo Stato, in tutte le sue articolazioni istituzionali, sia al fianco del cittadino e non si frapponga agli interessi della collettività. Come ha sottolineato Mauro Magatti sul Corriere della Sera, “uno Stato inefficiente che distrugge risorse è qualcosa che non ci possiamo più permettere”. Sbaglia Carpentieri, perché in una situazione come quella napoletana e meridionale neppure un giorno può andare sprecato, quando si tratta di dare il via a opere utili e a volte fondamentali per il territorio e la sua gente. Gli esponenti delle forze politiche che hanno fatto saltare il Consiglio del nuovo ente nato dalla riforma Delrio volevano contestare la ripartizione dei fondi proposta dal Sindaco metropolitano De Magistris, o protestare contro le deleghe ai consiglieri che lo stesso de Magistris aveva assegnato nei giorni immediatamente precedenti? In entrambi i casi, la scelta dei suoi oppositori, al di là delle loro ragioni, appare discutibile. Perché un dibattito su eventuali opere alternative avrebbe dovuto essere effettuato pubblicamente, prima della riunione del Consiglio. Finora nessuno ha avuto modo di conoscere orientamenti diversi dei consiglieri in questione. Se, poi, si fosse in presenza di una ritorsione contro l’assegnazione delle deleghe, le cose starebbero ancora peggio. Ci sono tanti modi per fare opposizione, con determinazione ed efficacia. Il peggiore è farlo con mezzucci che danneggiano i cittadini, più degli avversari politici.