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La politica rincorre il familismo amorale

Opinionista: 

Una pratica che in molti praticano, talmente incorporata e “costitutiva” che non ci sarebbe nemmeno il bisogno di farne il nome. Del familismo amorale non si aveva idea scientificamente elaborata, nel nostro Paese, fino alla metà degli anni Cinquanta. La sua irruzione non solo allusiva, nel panorama culturale e socio- politico, si deve a un prestigioso antropologo inglese. Edward Banfield coltivava rapporti con Manlio Rossi Doria che, alla facoltà di Portici, aveva avviato studi sul Sud dopo la riforma agraria e la Cassa per il Mezzogiorno. Lui “contagiò” il ricercatore inglese. Il borgo rurale di Chiaromonte, in Basilicata, divenne un prezioso campo di osservazione. I due vi soggiornarono per un certo tempo. Il dato che più li colpì fu la concezione estremizzata, senza etica e morale, dei legami familiari esistenti in quel territorio, vissuti a danno dell’interesse collettivo. La ricerca divenne, alcuni anni dopo, il libro “Le basi morali di una società arretrata” che Banfield scrisse con la moglie Laura Fasano. *** FENOMENO A MOLTE FACCE. Se il Sud è la “patria” di questo comportamento, ogni sua regione si distingue per alcune particolarità. In Campania abbiamo padri che spingono i figli, figli che contendono il posto ai padri, mariti che si fanno da parte per fare spazio alle mogli, fratelli politicamente già piazzati (sindaco di Napoli docet) che cercano sistemazioni per i congiunti più cari. I partiti sono sempre serviti a questo, si dice. Ma se prima c’era qualche reazione in nome della morale, oggi lo si fa sfacciatamente, quasi vantandosene. La patologia di prima adesso è una virtù. *** DI MALE IN PEGGIO. A suo tempo Leo Longanesi scrisse che la nostra bandiera nazionale dovrebbe recare la scritta “Ho famiglia”. D’accordo si disse subito Ennio Flaiano. Un po’ di anni fa Goffredo Locatelli e Daniele Martini hanno pubblicato il libro “Tengo famiglia. Il nepotismo e la nomenklatura familiare”: una fitta ragnatela di nomi, favori e scambi familisticofamiliari. *** SE SANTA LUCIA APRISSE GLI OCCHI. Vedrebbe che da molti mesi una delle principali preoccupazioni del Presidente della Regione ha riguardato il figlio Piero che ora, tra Salerno e Caserta, è un candidato super blindato (come se dovesse segnare un gol a porta vuota). De Luca padre tira un sospiro di sollievo. De Luca figlio - avvocato e docente a Cassino, una delle Università che si vorrebbero abolire - ci tiene a precisare che fa politica da 12 anni, che ha studiato Diritto e lingue straniere. Elenca i meriti e non rinuncia a un po’ di ironia con Luigi Di Maio (“parlo correttamente inglese, francese e perfino italiano, cosa oggi abbastanza rara”). *** DUELLO FRA “STREGHE”. Nel Sannio una immaginaria nuova edizione del film Eva contro Eva vedrebbe contrapposte, come sta accadendo, Sandra Lonardo Mastella (65 anni) e Nunzia De Girolamo (43). Una già presidente del Consiglio regionale campano, l’altra già ministro delle Politiche agricole. Lady Mastella ha avuto noie giudiziarie per una frase più folcloristica che minacciosa. A chi le raccontava che un suo desiderio non era stato esaudito, disse che il fedifrago poteva considerarsi un uomo morto, nel senso che l’amicizia finiva lì. Non sempre però la magistratura comprende l’humor e lei dimorò, per un po’, in “esilio” a Roma. Rientrata a Ceppaloni ha aperto un laboratorio dolciario. Ora, per Camera e Senato, è super favorita con il marito Clemente, sindaco di Benevento ed ex ministro della Giustizia, che le copre le spalle. *** ANCHE LA RIVALE IN “ESILIO”. Però per Nunzia De Girolamo non lo ha deciso il Tribunale ma Forza Italia (giudice monocratico Mara Carfagna?) che l’ha spedita come capolista nella emiliana Imola. Nel collegio Avellino-Benevento è seconda dopo Cosimo Sibilla. Lei per ora accusa il colpo, ma non perde la grinta (“il regolamento di conti dopo il 4 marzo”). Il marito è Francesco Boccia, esponente di rilievo del Pd che sta pensando ai suoi voti in Puglia. Non c’è che dire. Si resta uniti se la politica divide? Lei, con tutta calma: «Il segreto per stare insieme è stare poco assieme, molto nel proprio collegio, non parlare di politica ma della casa e dei figli». Sorride quando, con impertinenza,Vittorio Sgarbi le chiede se il marito usa o no le pillole dell’amore. Per Nunzia De Girolamo e Sandra Mastella il 4 marzo è una sfida da Mezzogiorno di fuoco: chi passerà, nella loro terra sannita, sotto le forche caudine? *** PADRE SÌ, FIGLIO NO. Accade nella famiglia dei Cesaro. Luigi, deputato uscente ed ex presidente della Provincia,voleva cedere il posto ad Armando che, invece, Forza Italia “condanna” a rimanere capogruppo in Regione. A loro non va bene nemmeno con il commercialista di fiducia arrestato in questi giorni con l’accusa di “ripulire” i soldi di un clan. Niente problemi, invece, per i cambi marito-moglie (Annalisa Vessella consorte di Michele Pisacane; Palmira Fele di Michele Schiano di Visconte) e padri- figlie (Emmanuela Florino e Ione Abbatangelo con genitori ex parlamentari per molti anni). *** COMICA COINCIDENZA. Nel pieno dei comizi prende il via, a Napoli, un “seminario specialistico” per saltimbanchi e attori di strada riconosciuto dal Ministero. Per loro si paga, per i politici o aspiranti tali, proposto un ingresso gratuito, anzi ad honorem. *** PENSIERO PER IL SEMPRE VIVO. “Con gran tempismo/ riecco puntuale/ l’amorale familismo./ A parole deprecato/ resiste in piedi/ in buono stato./ Con l’invecchiare/ è migliorato./ Da modesto amorale/ è diventato/ valore universale”.