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L’Armonia azzurra può fare la differenza

Opinionista: 

Guardando il Napoli e la Juve, protagoniste ormai da anni di un duello che si vive più di clamorosi fatti piuttosto che di fumose chiacchiere, mi è sorto il dubbio (ma è solo un modo di dire per non esibire sicumera) che da troppo tempo siamo vittime di autolesionismo - se non disfattismo - nel dirci cenerentole d’Europa mentre in verità stiamo mostrando al mondo un calcio di ottimo livello. Non tralascio la Roma che tuttavia sta cercando - a differenza delle avversarie - una personalità indiscutibile e forse c’è vicina avendo trovato la “formula Nainggolan”, tutta estro e fisicità. Avvicinandosi gli impegni di Champions (c’è anche l'Europa League, brutta copia della Coppa Uefa d’antan) è il momento di pensare se potrà darci più soddisfazione il Napoli o la Juve. Non bestemmio: a questo punto si gioca la Coppa dei Campioni, il Porto vale il Real, il pericolo è lo stesso, ma le proposte sono diverse, diversi i rischi. La Juve di Higuaín è una macchina da guerra affidata più ai campioni che al collettivo; non è vero che Allegri s’è inventato una formula offensivistica spinto dal coraggio, gliel’ha suggerita la necessità nel momento in cui ha accennato a tramontare l’ormai storica difesa e ha spostato abilità e potenza dal territorio di Buffon (e Bonucci e Chiellini) a quello del Pipita (e Dybala e Mandzukic), ottenendo i risultati che contano a spese della tradizionale intensità. Il Napoli rischia di apparire perfetto agli occhi di chi fino a poco tempo fa temeva di essere nella provincia pedatoria del Continente. Il Napoli sta esibendo una virtù rara: l’Armonia, ch’è pura bellezza con un difetto pedestre, la rara quanto necessaria cattiveria. A volte bastano le immagini del gioco a stabilire questa differenza: alla solare allegria di manovra e di esecuzione degli azzurri corrisponde la grinta anche esasperata dei bianconeri. A questo punto ho chiesto sollievo al mio...consulente viaggiante, Fabio Capello, che l’altra sera era a Madrid per il Real: «Siamo cresciuti molto rispetto al recente passato - mi ha detto - le nostre squadre sono assolutamente competitive, prive di complessi. Zidane è tentato di giocare “a tre”, memore degli studi...italiani: ma il popolo blanco non glielo consente, non può impostare un Real difensivo ma cercare risultato con spettacolo e se giocherà “a quattro” il Napoli sarà favorito, sempre che controlli tre situazioni pericolose: quando hanno la palla loro dovrà affrontare con decisione l’alta qualità che sanno esprimere, senza mai distrarsi, presidiando il proprio territorio con sicurezza; e ancor maggiore attenzione sui tiri piazzati; eppoi massima tensione negli ultimi cinque minuti, quando si entra in quella che ho spesso chiamato la Zona Ramos ed è diventata in realtà la Zona Real». Del Porto riparleremo. Per ora, mentre Mertens e Higuaín esaltano la pedata italica ritrovata, auguriamoci che l'Armonia Azzurra di mastro Sarri (vorrei dire Celeste) possa aprire felicemente i giochi di Champions.