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Lo scandalo Volkswagen e i dati falsi dell’Occidente

Opinionista: 

Lo scandalo Volkswagen può essere una buona occasione per l’Occidente per una profonda riflessione. Mi riferisco ad uno degli effetti più deleteri. della globalizzazione che sta cambiando gli equilibri del mondo. È infatti del tutto evidente come nella grande mistificazione e confusione che sta squinternando tutte le simmetrie etiche, comportamentali, etniche, religiose, ideologiche e politiche, la gestione dei dati che spiegano i fenomeni sia soggetta a manipolazioni vaste e deleterie per il serio inquadramento di ciò che, a livello vario e vitale, si vuole inquadrare e comprendere. La prassi dei governi, in cui Renzi è un fuoriclasse, degli istituti di credito, delle assicurazione, delle istituzioni, degli eserciti, di gran parte della grandi aziende, è quella di fornire numeri chiaramente fallaci che sono stati assemblati per portare acqua ai propri argomenti. Gli Usa nelle guerra del Vietnam ed in quelle, più recenti, in cui sono stati spalleggiati dalla Francia e dalla Gran Bretagna, dopo aver devastato il Medio Oriente e la Regione del Maghreb con i propri interventi, hanno propinato dati da cui risulta l’assoluta infelicità, pregressa rispetto alla loro intromissione, dei popoli amministrati da dittatori che erano invece perfettamente compatibili con le situazioni e gli ambienti che amministravano. Con la conseguenza che, fatto il frittatone dagli idioti provvidenzialisti, siamo noi cittadini europei a dover subire le tragedie che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. Di conserva, e sulla base di un protocollo condiviso perché ormai radicato nella società occidentale e gestito da un Grande Fratello, le Banche italiane, strozzate dai Protocolli di Basilea che anche loro hanno inventato, sparano dati discutibili su quanto sia pregnante il proprio apporto al finanziamento della ripresa e della produzione di ricchezza e di posti di lavoro. Dimenticando che la loro attività, proprio per i vincoli imposti da Basilea, deve essere rivolta alle sole aziende con parametri economici, finanziari e patrimoniali eccellenti, affogando, con tassi nella sostanza insostenibili, gli imprenditori che stanno combattendo contro la congiuntura sfavorevole, i fitti esorbitanti, le tasse che spolpano e la burocrazia che consuma l’ossigeno lasciato disponibile dal ceto bancario e dallo stato. Stesso canto triste da parte delle Assicurazioni che giurano, come lobby, che a dispetto dei premi mostruosi che incassano su tutte le tipologie di polizze, ci rimettono per la generosità che gli impone di privilegiare la salute degli assicurati e quella sociale. In tutta la mistificazione da gigantismo industriale, del terziario e del commercio, troneggia l’associazione infestante dei manager collusi o servi del sistema. Costoro, carismatici del menga, vestono i panni della omologazione, con l’abito grigio di fattura pseudo sartoriale, lo zainetto nero ed ostentano il passo mussoliniano alla Renzi, la camicia button down, il panino “volante”, il vernacolo italo inglese, il falso pauperismo francescano e la disponibilità ad accettare e a diffondere, tra i meharisti che li tollerano e seguono, tutte le bugie, i falsi piani industriali e le menzogne che li obbligano a diffondere come monatti. Menzogne che servono, per esempio, alle case automobilistiche, come sembrerebbe dalla cronache recenti, a sostenere che i tubi di scappamento non sparano gas venefici ma effluvi angelici ed ossigeno medicale.