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Macerata, cronaca (nera) e rivoluzione antifascista

Opinionista: 

Cari amici lettori, a me non piace tornare sull’argomento della settimana precedente, ma a volte è quasi impossibile evitarlo. Macerata, dunque, ma anche Piacenza e non solo. A Macerata succedono tante cose. La Procura scopre pian piano che la ragazza a pezzi nelle valige non è morta da sola ma assassinata da una banda di nigeriani spacciatori di droga. Una banda che pare agisse indisturbata nella città marchigiana, tanto che uno dei suoi esponenti era alloggiato a nostre spese in un albergo di lusso. Movente tutto da scoprire, perché non è normale che le bande di spacciatori uccidano i clienti. Forza Nuova e Casa Pound hanno manifestato contro gli invasori dediti allo spaccio, all’omicidio e allo spezzettamento dei cadaveri. La sinistra ha manifestato contro il fascismo. Il governo e il partito al governo, di sinistra anch’essi, non hanno partecipato, ma manifesteranno a loro volta. Ohilà, hanno rispolverato un’ideologia, un po’ vecchiotta, per la quale a guerra finita fecero massacri a gogò, come ci hanno raccontato Pisanò e Pansa. Non ci hanno ancora spiegato bene cosa diavolo sia l’antifascismo. Probabilmente, se pensiamo a Fiano e alla Boldrini, è un disgusto generalizzato, che rende insopportabili la bonifica pontina, l’assistenza e previdenza per i lavoratori, la difesa della lira e la costruzione di monumenti entrati nella storia dell’architettura, i treni che arrivavano in orario e via dicendo. Un’ideologia del genere, non c’è bisogno di dirlo, fa schifo. Per lo più, tuttavia, è una ripulsa dello squadrismo, della violenza e della repressione delle minoranze. Peccato che questa posizione, sulla quale sembrano trovarsi personaggi istituzionali come Mattarella, Gentiloni e altri, sia assai poco conciliabile con i fatti di Piacenza, dove gli antifascisti vogliono impedire a Casa Pound l’apertura di una sede e hanno mandato all’ospedale un carabiniere parecchio malconcio. Se non è violenza (anti)fascista questa! E Piacenza è la punta di un iceberg, perché la stampa di regime tende a nascondere sempre le imprese squadriste (e teppiste) dei sedicenti antifascisti e i proclami antidemocratici di amministratori (anti)fascisti che pretendono la tessera (anti)fascista per consentire l’accesso a luoghi pubblici di manifestazioni politiche e culturali. Io credo che sarebbe davvero tempo di organizzare una rivoluzione anti-anti-fascista per difendere libertà e democrazia. Intanto il governo rimuove il prefetto di Macerata, fingendo un ordinario avvicendamento. Se ha sbagliato a non stroncare il traffico di droga nigeriano nella provincia, il provvedimento è giustificato. Se non è stato abbastanza antifascista, ditemi voi che dobbiamo pensare. Ritorniamo alla manifestazione antifascista, organizzata nella giornata della memoria per le foibe titine. Foibe titine del tutto ignorate dagli antifascisti al governo. Non dai manifestanti, che hanno alzato uno striscione manifestante nostalgia per il buon maresciallo jugoslavo e auspicante la diffusione delle foibe in tutta Italia. C’è bisogno di commenti? Questo è antifascismo verace. Le foibe sono antifasciste, anche se vi finivano italiani di ogni opinione politica, purché non comunista. L’antifascismo dovrebbe essere rispettoso delle minoranze? Esso nasce comunista. Per questo nell’Italia antifascista si parla fino alla nausea di Auschwitz, ma s’ignora Katin; si maledice Hitler, ma non Pol Pot. Peccato che, facendo i conti, Pol Pot uccise il 25% dei suoi concittadini (due milioni su otto), per cui Hitler, onde mettersi alla pari, avrebbe dovuto ammazzarne venti milioni. Non avrebbe mai raggiunto Stalin con i suoi trenta milioni di vittime, ma l’anticomunismo non esiste, per gli agenti dei nostri padroni. Cattiva gente, dunque, gli antifascisti, che incarnano il peggio delle malvagità da loro, a ragione o a torto, attribuite al fascismo. Fascismo che non esisterebbe più da tempo, se non fossero loro a rendere gli italiani nostalgici di un passato tanto migliore del presente.