Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Napoli e la Cultura, un binomio vincente

Opinionista: 

Più di cinquemila documenti sonori, fotografici e audiovisivi. Ma l’Archivio sonoro campano, inaugurato nei giorni di Pasqua dall’associazione Altrosud di Domenico Ferraro presso l’Archivio di Stato di Napoli, diventerà presto molto più “ricco”. Lo ha assicurato lo stesso Ferraro, sottolineando la vastità del patrimonio storico culturale ancora da rintracciare e categorizzare nell’ambito della virtuosa iniziativa appena lanciata. Le testimonianze rinvenibili sono tuttavia fin d’ora di alto, spesso altissimo profilo. Basti pensare alla disponibilità offerta dal maestro Roberto De Simone, che consente di poter fruire anche on line di opere originali come la Cantata dei pastori e Mistero napolitano. Il binomio cultura-turismo a Napoli sta cominciando a prendere piede. Lo stesso vertice per Bagnoli, al di là di polemiche e contrapposizioni tra visioni di sviluppo e livelli istituzionali, è il segnale che qualcosa si muove anche a livello di rigenerazione urbana. Sotto questo aspetto, pochi luoghi al mondo possono integrare le due dimensioni, paesaggistica e archeologico culturale, come il sito di Bagnoli e dei Campi Flegrei. L’assalto festoso alle meraviglie contenute nei musei campani, registrato nella prima domenica di aprile con ingresso gratuito, è in ogni caso testimonianza di una rinnovata attenzione, da parte di cittadini e turisti, alla storia, al passato, ai valori identitari di un territorio per troppo tempo trascurato. Napoli e la Campania devono, paradossalmente, fare tesoro delle loro magnificenze. L’anomalia è che, per decenni, questa elementare opera di tutela e di promozione è risultata assente, se non dalle enunciazioni programmatiche, dall’attività effettiva, quotidiana, di enti e istituzioni. La svolta può essere accelerata da una crescente consapevolezza da parte della gente comune, dell’importanza di sfruttare queste potenzialità. Salvaguardare un bene documentale di incommensurabile valore come l’archivio dell’Enel, ad esempio, è un dovere primario. Delocalizzare una memoria storica di tale portata, quello sì!, costituirebbe una grave perdita per la città, mentre avrebbe probabilmente prodotto solo benefici di immagine il temporaneo spostamento del Caravaggio al Quirinale, impedito improvvidamente, nei mesi scorsi, dal partito dei bastian contrari. Bisogna pensare in positivo, piuttosto che arroccarsi nella difesa di posizioni anacronistiche. Conservare la sede dei beni, ma, quando possibile, esportarne e diffonderne i valori in tutto il mondo, può essere la strada giusta.