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Restare ottimisti nonostante tutto

Opinionista: 

Ho trascorso il grigio fine settimana, elettorale ed atmosferico, cercando riparo nella lettura di due libri capaci di trasportarmi, almeno col pensiero, in una dimensione politico-culturale che mi aiutasse a ritrovare ciò che dal passato può ancora riverberarsi su un futuro più oscuro che mai e ciò che ragionevoli
e ben argomentate visioni del futuro potessero dar luce alle fin troppo buie movenze del presente. Il primo libro è quello di Leonardo Caffo – La vita di ogni giorno. Cinque lezioni di filosofia per imparare a stare al mondo – che insegna Ontologia del progetto presso il Politecnico dell’Università di Torino e che è un convinto assertore della plausibilità di una filosofia che non sia solo indagine logica, teorica, storiografica, ma anche e soprattutto capacità di “stare al mondo”. Caffo usa una bella ed immediatamente comprensibile immagine: la vita dell’homo sapiens è una vita che ha sempre oscillato tra ricerca scientifica (e sue applicazioni, aggiungeremmo noi) e analisi concettuale. Questa oscillazione che non si ferma mai e non mostra di privilegiare nessuno dei due poli, si chiama filosofia. È il percorso che io da anni ho scelto, innestando su una base rigorosamente storica, problemi, argomenti ed analisi di natura etico- pratica ed etico-politica: la modernità e la sua incompiutezza, il nesso tra universalismo e relativismo dei valori, quello tra identità e interculturalità, il senso della dignità umana nell’epoca della barbarie ritornante e la prospettiva di un nuovo umanesimo. Sono, per tornare al libro di Caffo, “sfide filosofiche” che attengono al modo di reagire e di agire nella vita quotidiana, nel linguaggio che adoperiamo, nel rapporto con le cose reali ma anche con le immagini che la fantasia crea instancabilmente, nel confronto con la scienza e le sue continue scoperte ed innovazioni. La filosofia, dunque, può aiutarci a “stare al mondo”, a partire dalla consapevolezza che questo stare significa innanzitutto fare della vita, la nostra unica vita, un’occasione di felicità. Il secondo libro è quello di Noam Chomsky – Ottimismo (malgrado tutto). Capitalismo, impero e cambiamento sociale – professore emerito di linguistica al Massachusetts Institut of Technology, e intellettuale di punta della sinistra radicale. Attraverso una serie di interviste rilasciate a Chronis Polychroniou, Chomsky ripropone le sue idee di fondo sulle conseguenze che la globalizzazione capitalistica ha prodotto e continua a produrre in ogni campo dell’attività umana. Ciò che caratterizza il pensiero del grande linguista e filosofo è il convincimento che si possa e si debba trovare un necessario equilibrio tra una disposizione analitica – lo studio e l’analisi delle diseguaglianze economiche, del crescente autoritarismo (sferzanti le sue critiche a Trump), del darwinismo sociale (lo squilibrio tra i pochi possessori della ricchezza e i tantissimi poveri o quasi poveri del mondo), della scomparsa o flebile presenza di una sinistra che ha ormai rinunciato alla lotta di classe – e una ottimistica fiducia nella possibilità del radicale cambiamento, affidato ad una sinistra che sappia ritrovare le ragioni della sua stessa esistenza. Le interviste a Chomsky offrono ampi materiali di indagini e punti di vista che spaziano dall’analisi della società americana nell’era Trump al rapporto tra religione e politica, dai drammatici scenari di guerra in Medio Oriente al ruolo della Russia di Putin, dalla crisi dell’integrazione europea ai pericoli del riscaldamento globale. Leggo l’ultima risposta alla domanda se si possa essere ottimisti sul futuro dell’umanità, una risposta che mi fa venire in mente il Gramsci che indicava la necessità di guardare al mondo praticando il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà. Ecco Chomsky: “Abbiamo due scelte. Possiamo essere pessimisti, darci vinti e quindi lasciare che accada il peggio. Oppure, possiamo essere ottimisti, cogliere le opportunità che certamente esistono e in questo modo cercare di fare del mondo un posto migliore. Non c’è altra scelta”.