Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Se sei Neymar ti tirano i calcioni

Opinionista: 

Se sei bello ti tirano le pietre, cantava Antoine. Se sei Neymar ti tirano i calcioni. Non promette bene il Mondiale in Russia. Messi è rimasto impigliato fra le guglie islandesi. Cristiano Ronaldo ha avuto più libertà contro la Spagna che non ha un gioco difensivo arcigno. Ma Neymar è stato sistematicamente maltrattato dagli svizzeri che hanno rimediato tre amonizioni per i falli sul brasiliano (Lichtsteiner, Shaer, Behrami). Neymar, talvolta, ci mette del suo quando negli uno contro uno assume un atteggiamento irridente e “provoca” l’avversario con una serie di finte e contro-finte da fermo. E’ un “giochino” che Neymar farebbe meglio ad evitare. Potrebbe andargli male. All’ultimo Mondiale in Brasile uscì dal campo in barella e in lacrime con una costola fratturata, aggredito in Brasile-Colombia, quarti di finale a Fortaleza, da Camilo Zuniga, che allora giocava nel Napoli. Entrata proditoria del colombiano col ginocchio alto contro la schiena del brasiliano. Mondiale finito per il campione paulista. Per gli assi è vita dura ai Mondiali. Non è una novità. E’ scontato che finiscano nelle maglie difensive più strette, sottoposti a un trattamento non proprio di favore. Successe a Pelè nel 1966 in Inghilterra. Lo fece fuori il terzino bulgaro Zechev. Saltò una partita, ma quando tornò in campo contro il Portogallo fu nuovamente malmenato e il difensore Morais chiuse i conti azzoppandolo a mezz’ora dalla fine. Un solo giocatore, il più grande, Maradona, se n’è infischiato ai Mondiali delle trappole difensive sconvolgendo l’intera difesa della nazionale inglese e poi di quella belga per andare trionfalmente in gol. Le sue fantastiche galoppate del 1986 allo Stadio Azteca di Città del Messico con centomila spettatori. Il calcio è diventato molto tattico e molto fisico. La tecnica è scaduta e la velocità spesso è a scapito della precisione. Era più facile giocare “di tecnica” quando i calciatori andavano “a due all’ora”. Le rassegne mondiali erano un divertimento per gli occhi. È opinione generale che non ci siano più “belle partite” ai Mondiali. Intense, emozionanti, ma belle proprio no. Il Mondiale del 2006 in Germania, vinto all’Italia di Lippi, è stato il più brutto della storia. Prima del trionfo di Berlino, gli azzurri pareggiarono con gli Stati Uniti (1-1) ed eliminarono a fatica l’Australia (1-0) con un rigore di Totti al 95’. Una classifica delle partite mondiali “più belle”, stilata tempo fa dal “Guerin sportivo”, si ferma agli anni Settanta e Ottanta. Senza contare la grande Ungheria degli anni Cinquanta (32 partite senza perderne una), il Brasile di Didì, Vavà, Pelè (1958) e la magica Olanda del 1974, l’Italia del 1978 di Bearzot è stata una nazionale spettacolare in Argentina. C’erano “belle partite” ai Mondiali. Prima degli anni Duemila, venivano proposte nuove idee di calcio e i fuoriclasse erano numerosi. C’erano autentiche nazionali-regine. Il gioco veniva prima di tutto anche se gli atteggiamenti delle nazionali minori sono stati sempre e naturalmente votati a “distruggere” per cavarsela contro gli avversari superiori. E’ possibile, però, che il minor numero di nazionali ammesse alla fase finale dei Mondiali selezionasse il meglio del calcio mondiale. Adesso con 32 squadre in campo, come stabilito nel 1998, ai Mondiali vanno tutti. E’ la democrazia del pallone. Sarà peggio con le 48 nazionali previste per la fase finale del 2026 spezzettata fra Canada, Messico e Stati Uniti. E’ anche vero che, oggi, le nazionali minori, per uno scambio più serrato di conoscenze, non sono totalmente sprovvedute, ma non avendo la tecnica “nel sangue” ricorrono ad altre risorse per non sfigurare e sono risorse esclusivamente difensive. In ogni caso, non si può ancora dare un giudizio negativo sul Mondiale in Russia. Siamo alle prime partite che sono state sempre complicate. Basta ricordare il deludente girone dell’Italia nel 1982 in Spagna prima dell’esplosione degli azzurri nella fase ad eliminazione. Il Brasile, pur fermato dalla Svizzera, sembra la nazionale di maggiore personalità con un misto di tecnica e fisicità che la farebbe preferire alla Spagna dell’irrinunciabile tiki- taka per la vittoria finale, mentre la Germania appare appesantita e l’Argentina ha l’ormai consueto problema di far rendere Messi al massimo. Il gioco scorre a fatica e le nazionali maggiori sono ancora in rodaggio. Cominciare “sparati” il Mondiale normalmente è un danno perché poi la forma e il rendimento calano. Nella fase a gironi, chi va piano va sano e va lontano. Intanto Dries Mertens a Sochi con un gran pallonetto da destra ha infilato il portiere del Panama. Una delle sue magie come ne mostrò a Marassi contro il Genoa, a Roma contro la Lazio oltre a quel formidabile “cucchiaione” con cui batté l’inglese Hart tra i pali del Torino.