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Senza Nino Masiello ora Forio è più povera

Opinionista: 

Nei giorni scorsi è morto Nino Masiello. Di lui già è stato detto, giustamente, tanto di bello. Siamo, soprattutto qui a Forio, tutti un poco più poveri. Meno di venti giorni fa, quando gli feci i complimenti per il bellissimo suo articolo su “Il Mattino”, sarà il suo ultimo, dedicato a quel personaggio straordinario che fu Vito Mattera, il capitano-libraio- contadino, ci eravamo dati appuntamento, perché voleva parlare di una seconda edizione del suo affascinante “Bar Maria”. Voleva aggiungere, integrare con nuovi approfondimenti quell’affresco strepitoso della Forio degli anni ’50. Gli dissi che avrei fatto ogni sforzo per “accontentare” la sua ansia di rendere ancora un servizio di testimonianza alla bellezza dimenticata di quel tempo. Non ci incontreremo, ma non dimenticheremo questo autentico cantore, e parlo solo per l’Isola d’Ischia e Forio, di personaggi ed uomini di cultura a cominciare da Auden e Luchino Visconti che hanno segnato il nostro tempo, trovando qui ispirazione e nuova energia per produrre bellezza nel campo delle arti e della cultura. Grazie Nino carissimo, non dimenticherò la tua umanità, il tuo desiderio di costruire ancora percorsi di bellezza, la tua amicizia che mi “valse” la tua insistenza perché fossi io a scrivere la prefazione al tuo libro più bello, “Bar Maria”, appunto. E con gli amici, a cominciare dal tuo carissimo Pasquale Elia e dalla famiglia di “Maria”, faremo qualcosa perché il tuo nome resti imperituro. La terra ti sia lieve, amico carissimo. LA GUERRA. Chi volesse trascorrere una Pasqua serena e … coerente con la ricorrenza, si legga la intervista di Papa Francesco a La Repubblica di Giovedì Santo, 13 di aprile. “Penso che oggi il peccato si manifesti con tutta la sua forza di distruzione nelle guerre, nelle diverse forme di violenza e maltrattamenti, nell’abbandono dei più fragili. Il mondo deve fermare i signori della guerra. Perché a farne le spese sono sempre gli ultimi, gli inermi”. Quel giorno stesso sarebbe andato nel carcere di Paliano, in provincia di Frosinone, per la lavanda dei piedi di quei carcerati. La ragione di quella scelta, non la prima, Papa Francesco l’ha trovata nel monito del Vangelo, nel giorno del Giudizio: “Sono stato prigioniero e siete venuti a trovarmi”. Così come, sulla tragedia dei migranti, Papa Francesco ha sempre richiamato il monito del Cristo nel giorno del Giudizio: “Venite benedetti del Padre mio … perché ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito …” (Matteo 25-37). A Marie Le Pen, che si professa “credente a tutto tondo” questo passo del Vangelo deve essere sfuggito, se attacca il Papa proprio sui migranti e ritiene improprie le sue posizioni, che sono niente altro che quelle del Vangelo. Cioè del Cristo. Se non nutriamo questi giorni di questi riferimenti, che Pasqua mai sarà?! Sarebbe solo l’occasione per la ennesima “gita fuori porta”. Con qualche scorpacciata in più. Quelli che hanno la fede, ricorderanno che il Cristo non si fece Uomo per questo, ma predicò la Buona Novella fino a farsi uccidere non per assicurarci una vacanza in più. Ma per redimere il mondo nel segno dell’Amore. Solo dell’Amore. Questo deve essere il motivo di gioia di questi giorni: la certezza dell’Amore del Cristo, che si è manifestata attraverso la sua parola ma, soprattutto, attraverso il suo sacrificio supremo. E poi la Resurrezione, che stimola il bisogno della Fede, tanto è grande il suo Mistero. Intanto a Forio, nella mattina di Pasqua, durante la Corsa dell’Angelo, il coro dei contadini e quello dei pescatori rinnoveranno la loro sfida secolare al canto del “Regina Coeli, Laetare, Alleluja”: è l’annuncio della Resurrezione che l’Angelo porta alla Madonna. E così sia. Auguri di una Pasqua serena ai miei pazienti lettori.