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Per troppi candidati solo un giro di giostra

Opinionista: 

Campania alle urne. I consiglieri di Santa Lucia da eleggere sono 50, dieci in meno di cinque anni fa, con sei aspiranti Governatori. Ma per il piacere di fare anche soltanto un semplice “giro di giostra”, si presentano in novecento, sparpagliati in 23 simboli con dieci di loro che si richiamano a De Luca e nove a Caldoro. Alla Campania il primato della numerica quantità. *** Ma a chi la prima “giostra”? Senz’altro a Ciriaco De Mita. Vogliamo scherzare? Pensiamo a un leader della politica nazionale, a un veterano di tutte le battaglie politiche e governative. Giunto a 87 anni qualcuno aveva pensato di metterlo in soffitta? Se questo qualcuno c’è stato, l’attuale sindaco di Nusco ha dimostrato che lui si gestisce orgogliosamente da solo. Alla vigilia del suo onomastico (san Ciriaco cade il 4 maggio, da non confondere con il giorno che una volta si dedicava agli sfratti) ecco cosa ti combina: a Marano passa a sinistra. Per suscitare più scalpore lo fa in “zona Cesarini” oppure “last minute”, come preferiscono gli anglomani. I linguisti si danno a sfogliare i vocabolari per trovare le parole più giuste: papocchio, colpo di teatro, volgare mercimonio, piroetta, ribaltino…. Ecco, proprio “ribaltino” no. A uno come De Mita, questo termine che fa pensare per assonanza a “ribaldino”proprio non si addice. O è “ribaltone” con il seguito di “ribaldone” oppure non è niente. *** La strana coppia. Da buon pellegrino, san Ciriaco ha camminato per ben cinque anni sulla via di Damasco. Ma tanto ha camminato anche De Luca per potersi convertire. Erano partiti entrambi, peraltro, da molta distanza e sembra che non si fossero mai tanto odiati. De Mita, che malevoli osservatori definiscono “mai stanco di potere”, definiva il sindaco di Salerno “un buzzurro, un comunista diventato fascista”. De Luca rispondeva: «Ciriaco è un politicante, è il male assoluto della Campania ». Eppure, come direbbe in letteratura Susanna Tamaro, ognuno di loro due andava dove lo portava il cuore. Alla vigilia di una serrata competizione elettorale si potrebbe invece parlare di psico-dramma politico. *** Strana coppia due. È quella di Nunzia e Francesco. Lei, ex ministro, da Forza Italia è passata all’Area popolare; lui, presidente pd della Commissione Bilancio della Camera, colleziona diversi transiti dalla vecchia Dc al non molto nuovo Partito democratico. Quando si vota, ognuno dei due sceglie diversamente dalla propria appartenenza. Nella vita privata, adombra Aldo Grasso, “potrebbero essere Casa Vianello; di politica, certo, parlano solo attraverso i rispettivi siti web”. Ma attenzione: “Tra moglie e marito non mettere il sito”. *** Rimpianti di coccodrillo. Antonio Bassolino confessa: “Se avessi potuto rifare il Sindaco…. Quella era la mia vita”. Ma allora non è vero che in confessionale si va per dire la verità? Proprio lui che, folgorato sulla via di Damasco - il breve tratto che separa San Giacomo da Santa Lucia - non perse tempo a farsi chiamare “Governatore”. E Pietro Lezzi, ultimo grande socialista della scuola demartiniana, che lo incalzava chiedendogli: «Ma perché, chiamarti presidente non ti basta?». *** Demagistreide. Mentre i 900 girano sulla giostra per vedere chi ne scenderà da consigliere regionale, non manca chi va oltre il 31 maggio e guarda all’anno prossimo. È il sindaco di Napoli che già apre la sua campagna elettorale. Lui sarà nuovamente in corsa col movimento “demA” che significa democrazia e autonomia. Già programmate cene di finanziamento e iniziative pubbliche. Il tutto gestito dal fratello Claudio di cui il sindaco disse una volta: «Mi ha fatto vincere le elezioni perciò è giusto che abbia un importante incarico».