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Un Monte di bugie, e ora fuori i nomi

Opinionista: 

Affacciatevi. Affacciatevi un attimo fuori dall’Italia e ascoltate cosa dicono di noi. «Monte Paschi di Siena è sopravvissuto all’inquisizione, all’unificazione dell’Italia, al fascismo e a due guerre mondiali. Non è riuscito a sopravvivere alla cattiva gestione e alla corruzione di banchieri e politici del XXI secolo». Le parole di Marco Elser, della società d’investimento britannica Lonsin Capital Ltd., disegnano bene il buco nero nel quale una crisi bancaria potrebbe precipitarci. Con il decreto da 20 miliardi, l’Italia ha varato il più grande intervento pubblico dai tempi del Duce. Correva l’anno 1933. Non è roba da poco, visto che quello di Mps si candida a diventare, per dimensioni e conseguenze, il più grande scandalo italiano dall’Unità ad oggi. E allora ci sono alcune domande semplici che richiedono risposte rapide. Che succederà se i soldi stanziati non basteranno a mettere in sicurezza Mps, le due banche venete e le altre situazioni potenzialmente a rischio? «I soldi sono sufficienti», ha fatto sapere il ministero dell’Economia. Ma è lo stesso che ancora a luglio copriva il fianco a Renzi quando quest’ultimo andava in giro a raccontare la barzelletta della «banca risanata» e dell’affare che avrebbe fatto chiunque ci avesse investito. Come sia finita è sotto gli occhi di tutti. E fu sempre il Governo ad avallare l’iper svalutazione dei crediti deteriorati di Banca Etruria e delle altre 3 banche minori risolte prima di Mps; in quel modo furono aperte voragini nei bilanci degli istituti, gettando le basi per il crollo delle loro capitalizzazioni in Borsa. La manovra salva banche impatterà sul Bilancio 2017: attendiamo fiduciosi che Gentiloni ci spieghi che cosa accadrà ai nostri già precari conti pubblici. Ora che dovranno garantire con i loro soldi, gli italiani hanno il diritto di sapere una cosa semplice: a chi la banca targata Pci- Pds-Ds-Pd ha dato 40 miliardi oggi considerati crediti deteriorati? Quali criteri sono stati seguiti nell’assegnare quei soldi? Perché Renzi, che pure denunciò le generiche colpe «della sinistra» nella gestione dell’istituto, non si assume da segretario del Pd la responsabilità di un’operazione di trasparenza? Forse perché spunterebbero i nomi di potenti e facoltosi amici del suo partito? E come possono restare al loro posto gli stessi vertici Mps che fino a 9 giorni fa facevano credere agli italiani di poter trovare sul mercato i capitali necessari al salvataggio? La situazione è più grave di quella che ci raccontano. La Bce ha adottato per il Monte gli stessi criteri utilizzati per le banche greche. Ma la Grecia è fallita, noi no. Eppure dal Governo nessuno ha fiatato. Per caso c’è qualcosa che dobbiamo sapere? In questi anni non c’è stato ministro, banchiere o Governo che non abbia ripetuto il mantra delle «banche solide ». E mentre il coro cantava, le sofferenze si accumulavano su impieghi che la crisi trasformava man mano in crediti inesigibili. Questo ha spento sul nascere qualsiasi velleità di ripresa economica, bloccando ulteriormente il già zoppicante meccanismo del credito. L’austerità non c’entra, e solo invocarla nella Nazione che ha un debito mostruoso e una spesa pubblica fuori controllo dovrebbe bastare a seppellire con una risata coloro che lo fanno soltanto per nascondere le proprie colpe. La (ex) terza banca italiana va a carte quarantotto per l’inettitudine di politici e banchieri. Fuori i nomi di chi ci ha imposto questo salasso.