Un potere fatto di assassinii e menzogne
Cari amici lettori, negli ultimi mesi ho impiegato parecchio tempo nello studio del Medioevo, con particolare riferimento alla poesia e alla musica del XII, XIII e XIV secolo in lingua occitana, latina e gallegoportoghese, e posso assicurarvi che il Medioevo era tutt’altro che oscuro: i sovrani di allora, oltre a creare i pilastri di uno sviluppo politico, sociale, giuridico e culturale, scrivevano personalmente poesie e musiche d’incredibile modernità. Il mio schifo per le “élites” contemporanee è enormemente aumentato: gente come Di Maio e Fedeli (ma anche tutti i capi di Stato e di Governo) sta a quei sovrani come le chiese-capannone stanno alle cattedrali gotiche, i casermoni ai castelli, i “capolavori” della pittura moderna alle tele del Beato Angelico, le poesiole in versi sciolti alla Divina Commedia e le spedizioni contro l’Isis alle Crociate. Quotidianamente le cronache attizzano il mio disgusto; mi fermerò su due aspetti che mi hanno particolarmente nauseato questa settimana. In primis quello che potremmo definire killeraggio di Stato: mandare a morte senza pietà esseri umani con gli strumenti che dovrebbero assicurare la Giustizia. Io ho amministrato giustizia per cinquant’anni e otto mesi, ma non ricordo alcun caso di spietatezza paragonabile a questi due: Giuseppina Fattori e Marcello Dell’Utri. Giuseppina Fattori, più nota come nonna Peppina, è una novantacinquenne di San Martino di Fiastra (Macerata), uno dei tanti sinistrati dal terremoto dello scorso anno. Ella vuole morire nella terra in cui è nata quasi un secolo fa, ma la giustizia (la minuscola è voluta) l’ha sfrattata dalla casetta di legno, considerata abusiva, in cui si era trasferita ed ella ha dovuto rifugiarsi in un container (residuato del precedente sisma del 1997); ora è stata trasportata in gravi condizioni all’ospedale di Civitanova Marche, ridotta a malpartito dal freddo. Ditemi voi chi la sta ammazzando: lo stato (un’altra minuscola voluta) democratico, che non è capace di dare in pochi mesi la casa ai terremotati, come faceva la bieca dittatura fascista, o la giustizia italiana dei giorni nostri, che chiude gli occhi su tante cose, ma non su quel modesto prefabbricato abusivo? Non poteva qualche autorità del predetto stato requisire il prefabbricato in questione e consentire alla vecchietta di rimanerci ancora per quel poco tempo che le restava da vivere? Non si potevano fare un condono ad personam, una grazia presidenziale, una sospensione dell’esecuzione dello sfratto o una qualsiasi di quelle diavolerie che consentono alle mafie dei palazzinari di godersi i miliardi accumulati con gli abusi (quelli seri)? Marcello Dell’Utri, condannato a sette anni di carcere per il famigerato “concorso esterno” (un caso abbastanza simile a quello di Contrada, riabilitato soltanto dopo l’intervento della Giustizia europea), rimane in carcere nonostante soffra di molte gravi malattie certificate dall’amministrazione carceraria e dai periti d’ufficio e nonostante la segnalazione della Corte di Strasburgo che la detenzione potrebbe violare il suo diritto a non essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti! Tutta l’opposizione di centrodestra e insorta e persino avversari politici come Bersani hanno speso parole in suo favore. Non così i giustizialisti che sono in magistratura e nel piddì. Evidentemente lo vogliono morto. Potrebbero introdurre il suo caso nella normativa sul fine-vita! Si tratta, invero, di gente di provata umanità che si batte per riforme contro nascituri e moribondi e in favore di roba come lo jus soli. Il secondo fatto non incide sul diritto alla vita ma su quello alla verità. L’ex vicepresidente Usa, Joe Biden, in un articolo pubblicato il 5 dicembre scorso su Foreign Policy, ha asserito: “La Russia ha agito per influenzare il referendum sulle riforme costituzionali in Italia. Ora uno sforzo simile si sta muovendo per sostenere i nazionalisti della Lega Nord e il populista Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni parlamentari”. Con questa fake new (id est stronzata), Biden ha sputtanato tutte le notizie messe in giro dai padroni del mondo e divulgate da certa stampa nostrana sui rapporti fra Trump e Putin. Noi sappiamo bene, infatti, che fu Obama a intervenire pesantemente per sostenere il sì al referendum nostrano. Dopo l’assurda esternazione di Biden, Putin è ancora più simpatico e lo staff dell’abbronzato premio Nobel per la pace ancora più odioso ed inaffidabile. Pensate che persino i media più “autorevoli” non hanno preso sul serio Biden. Eppure si tratta di opinionisti e cronisti di bocca buona: hanno tentato, in questi anni, di farci credere che la guerra libica avrebbe riportato la democrazia in quel paese, che l’euro ci avrebbe arricchito, che gli immigrati sono una risorsa, che la Brexit avrebbe mandato in malora il Regno Unito, che la vittoria di Trump avrebbe messo in crisi gli Usa, che la “primavera araba” era una ventata di civiltà, che le belle anime di Gheddafi e Saddam Hussein (per non parlare di Assad) erano farabutti, mentre Erdogan e i monarchi di Arabia Saudita erano bravissime persone, che il colpo di stato contro Berlusconi avrebbe salvato l’Italia con i buoni uffici di Monti e della Fornero e via dicendo (il direttore non può darmi altre pagine). La Boldrina e altri compagnucci dicono di volersi battere contro le fake news. Peccato siano eredi di quell’Urss in cui l’Enciclopedia cambiava la storia ogni anno secondo le direttive del partito. Peccato che solo qualche sinistro (nel silenzio dei compagni) finga di credere alle balle di Biden. Peccato che tutta la sinistra sia andata a Como a sfilare (eccellente rimedio usato sempre contro il terrorismo) contro il pericolo neofascista. Peccato che la repressione della libertà di opinione voluta da loro sia una manifestazione di quel fascismo immaginario da loro detestato. Peccato che, in quell’inaccettabile senso deteriore, i neofascisti (senza provvidenze, bonifiche etc.) siano proprio loro. Tant’è vero che sono ostili agli ebrei (già in fuga dalla democratica Francia di Hollande e Macron), cui vogliono sottrarre Gerusalemme per donarla ai musulmani; ipocritamente, però, continuano a celebrare l’olocausto, pur dimenticando le persecuzioni che gli ebrei (come i cristiani) soffrirono sotto il giogo stalinista. Ma cosa volete? Per comprendere la logica di questa gente basta rileggere le opere di Orwell: il 1984 è intorno a noi!