Universiadi, ovvero il segreto di vincere senza avversari
Ma il re è nudo! Ricordate l’epilogo della favola di Andersen? Il bambino che ha il coraggio di dire quello che tutto il popolo per viltà non dice, e cioè che il famoso vestito del sovrano esiste solo nella sua fantasia malata? A farmi tornare in mente la storiella è stato il commento dell’ex governatore della Campania, Caldoro, sulla decisione di assegnare le Universiadi a Napoli. Dopo un paio di giorni in cui istituzioni e media hanno inneggiato alla vittoria laddove in passato si erano registrate soltanto sconfitte, il buon Stefano ha avuto l’ardire di segnalare un dettaglio a molti sfuggito. Per la verità, nella insopprimibile tendenza a ricercare le verità dietro la facciata degli annunci e delle rappresentazioni esteriori, a me qualche dubbio era affiorato, ma le cronache di primo impatto non mi avevano consentito di scioglierlo. Ci ha pensato Caldoro, confermando una mia inquietante sensazione, che cioè Napoli avesse avuto l’assegnazione delle Universiadi per mancanza di competitori. In pratica, l’unica città a richiederle era stata, inevitabilmente, anche quella che se le era aggiudicate. Se le cose stanno così, e nessuno ha smentito nel merito Caldoro, c’è da chiedersi: ma le Universiadi convengono o rischiano di essere un flop? La domanda, col suo sano pragmatismo, deve essersela posta anche il Governatore De Luca, che ha subito chiesto al Governo una cosa sacrosanta, ossia un provvedimento ad hoc che stanzi risorse adeguate per la celebrazione dell’evento. De Luca non chiede assistenza ma semplicemente rispetto per la terza metropoli italiana. Napoli ha di recente ospitato il Forum Universale delle Culture. Quanti napoletani si sono accorti di quella manifestazione? Quanti se ne ricordano? Le Universiadi sono le sorelle minori delle Olimpiadi. Anche l’appuntamento principale è tutt’altro che facile da risolvere in un business a saldo attivo, visti i rovesci finanziari di alcune tra le ultime edizioni. Le Universiadi costeranno meno sotto il profilo organizzativo, ma, visto il seguito nettamente inferiore rispetto alla manifestazione principale, produrranno ricavi altrettanto inferiori. Bisogna tenerne conto, supportando la città con risorse aggiuntive adeguate, come chiede De Luca. Provvedere per tempo, in vista del 2019, anno in cui il grande, o forse piccolo, evento dovrebbe concretizzarsi, è il minimo. Anche perché Napoli e il Sud hanno bisogno di migliorie strutturali e di programmi rigorosi, molto più di queste pur lodevoli manifestazioni.