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Universiadi, sarà caos con il Villaggio alla Mostra

Opinionista: 

La realizzazione del Villaggio olimpico per le Universiadi 2019 nella Mostra d'Oltremare, continua a tenere banco. Ad allarmare è soprattutto il rischio per la salvaguardia dell'integrità dell'imponente sito di Fuorigrotta sotto l'aspetto botanico, architettonico e monumentale. L'esperienza, infatti, ci ha insegnato che il lascito di eventi di questa portata è stato duro da smaltire negli anni a seguire (vedi i Mondiali di Calcio del '90, la Coppa America del 2013 ecc.), sino ad essere assorbito, rassegnatamente, nella struttura urbanistica della città. Non vorremmo, perciò, che la stessa sorte possa toccare anche alla Mostra in occasione dell'importante evento sportivo previsto per l'anno prossimo ed a cui ci stiamo avvicinando con colpevoli ritardi ed approssimazione. Sulla scelta della Mostra d'Oltremare, quale sede ospitante degli atleti e delle delegazioni sportive, che, come molti altri, anche noi non condividiamo, ci sorprende l'assoluta assenza dal dibattito del suo impatto sulla mobilità e, più in generale, sulla vivibilità del territorio. Non abbiamo sentito, sinora, nessuna voce autorevole capace di dare assicurazioni e delucidazioni, per esempio, sull'organizzazione degli approvvigionamenti e dei trasferimenti quotidiani, in ingresso e in uscita, dei partecipanti alle varie competizioni, senza nuocere al traffico ed ai trasporti di una municipalità, quella flegrea, che conta oltre 100mila abitanti. Un'area, peraltro, già satura di abitazioni, attività e servizi, al limite del collasso, che di tutto avrebbe bisogno fuorché di ulteriori occasioni destinate a peggiorare le già precarie condizioni di vivibilità e mobilità. Un territorio dove si raggiunge presto la paralisi soltanto con un po' di pioggia, complice la sistematica chiusura del sottopasso di piazzale D'Annunzio in presenza di cattivo tempo (uno dei tanti orrori regalatici dai Mondiali del '90), o semplicemente a causa di un concorso per poche centinaia di persone presso la stessa Mostra o all'Università. In queste condizioni, come possiamo nutrire rosee aspettative per le Universiadi, tenuto conto anche della proverbiale allergia che le nostre Amministrazioni hanno sempre nei confronti della pianificazione delle attività, in particolare nel settore della mobilità? Non si riesce a comprendere il motivo per cui questo quartiere debba essere continuamente scelto per operazioni che rischiano di alterarne la memoria storica: prima l'inopportuna proposta di cambiare il nome a piazzale Tecchio (senza con ciò nulla togliere ad Ascarelli), adesso la "deturpazione" della Mostra con l'installazione di prefabbricati e servizi igienici. Mentre sullo sfondo giace l'immensa e abbandonata distesa dell'ex Italsider in eterna attesa di una riqualificazione rigeneratrice per Bagnoli e l'intera città. I villaggi olimpici generalmente vengono realizzati ai margini delle aree urbane con lo scopo, anche, di rivitalizzare zone degradate e periferiche. Qui da noi, invece, sembra prevalere un orientamento diametralmente opposto di cui, francamente, ci sfuggono vantaggi e benefici.