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Uno show rabbioso senza contraddittorio

Opinionista: 

In un Paese come il nostro, dai tempi di Tangentopoli, con l’irruzione della Magistratura in campi, fino ad allora poco esplorati - ci riferiamo a quelli politici - ne abbiamo visto di cotte e di crude, o meglio, di tutti i colori. Mai però abbiamo assistito a una conferenza stampa, anomala e per certi versi, sorprendente, come quella tenuta ieri dal Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, convocata ad hoc per chiarire i risvolti di una vicenda giudiziaria, non di poco conto, di presunta corruzione per induzione, in cui sono coinvolti egli stesso, il capo della sua segreteria Nello Mastursi, esponente di spicco del Pd, un magistrato del tribunale di Napoli e suo marito. Anomala, perché il Governatore invece di essere il più possibile convincente sulle motivazioni oggettive che hanno portato alle improvvise dimissioni del capo della sua segreteria - date ora per incompatibilità di incarichi ora per ragioni di stanchezza, comunque un “giallo”, rivelatosi poi una gigantesca bugia, dal momento che già si era a conoscenza da giorni di questa indagine - ha preferito menare il can per l’aia, autocelebrando la sua svolta alla Regione nel segno della trasparenza e della “glasnost” nel palazzo e nei palazzetti contigui. Lo testimonia il suo insistente e tenace aggancio a un discorso complessivo, condito di battute e di ironia, che ha avuto i toni della intemerata e dello sferzante messaggio trasversale, di un amaro e rabbioso “show”, finalizzato solo a voler rimarcare la sua opera. Che dalla Regione si irradierà a tutto il Sud, costituendo di per sé un argine al compromesso e al clientelismo, e quindi immune da ogni sospetto. Un po’ troppo per trovarlo opportuno e fugare tanti dubbi. Dicevamo ancora sorprendente, perché senza mai evocare la parola complotto, e pur dicendosi fiducioso nella Magistratura, è stata tale la indignazione di De Luca che è parso come il più sprovveduto degli indagati, alla maniera di quel “demone di Eraclito” dentro il corpo umano, da lui stesso evocato, incapace di contenersi e pronto a sboccare. Se non addirittura a vomitare sull’universomondo. Un atteggiamento questo, che ha tradito un nervosismo, sinceramente fuori luogo e incomprensibile, tanto più incomprensibile, dal momento che si è dichiarato di avere la coscienza tranquilla, non solo nel “non aver nulla da spartire” con questa storia perversa ma essendosi, per di più, già attivato nel difendersi come parte lesa. “La calma è la virtù dei forti” diceva Francesco di Sales: è tempo ora di dimostrarlo. Infine una nota non marginale in questo pasticciaccio. De Luca si dichiara da sempre, anche ieri, il “massimo datore di lavoro dei giornalisti” come inesauribile fonte di informazione. Nessuno glielo contesta, è vero: è una miniera. Ma con una conferenza stampa, come quella di ieri , un monologo senza la possibilità di contraddittorio, non pensa che, privandocene proprio in una circostanza così delicata, non abbia reso un buon servizio all’informazione e alla sua stessa causa? In bocca al lupo Presidente! Lo speriamo per tutti - trasparenza, credibilità delle istituzioni, in questo caso, anche della Magistratura - che tutto si risolva per il verso giusto, allo stesso modo, cioè rapidamente, in cui, il 22 luglio scorso, si decise, ad horas e in suo favore, la sospensione della Legge Severino.