Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Utili Sga: formiamo i giovani apprendisti

Opinionista: 

I crediti in sofferenza della bad bank nata dalle ceneri del vecchio Banco di Napoli non erano irrecuperabili. La bad bank ci ha messo la bellezza di vent’anni, ma ha riportato in cassa un buon 90% delle somme a rischio perdita. Lo documenta il libro di Mariarosaria Marchesano, presentato all’Unione Industriali nei giorni scorsi. Si tratta di una specie di “miracolo”, per usare l’espressione della Marchesano, visto che le previsioni Bankitalia erano che si recuperasse non più del 30-50%. Sta di fatto che la bad bank, da più di dieci anni, con l’eccezione del solo 2012, ha cominciato addirittura a produrre utili. Gli incassi degli immobili a garanzia dei debiti contratti dagli interlocutori del Banco, in una lunga fase segnata dal boom delle quotazioni, hanno consentito di lucrare plusvalenze consistenti rispetto al valore nominale dei crediti cui erano collegati. Tutto bene, allora? Possiamo tirare un sospiro di sollievo e dire che, una volta tanto, le cose sono andate meno peggio di quanto si temesse? Sarebbe troppo facile. C’è innanzitutto una questione storica. Che si riassume in una domanda: perché, all’epoca, si è proceduto alla liquidazione dell’ultimo grande centro direzionale rimasto a Napoli e nel Mezzogiorno, mentre le criticità di altri istituti di credito sono state superate senza arrivare a soluzioni estreme? E qui rientriamo nel tema, più generale, di quanto lontano dai centri di interesse nazionali sia stato il Mezzogiorno nell’ultimo quarto di secolo. Ma, visto che cosa fatta capo ha, sembra giusto pensare al presente. Che, tradotto in moneta, rimanda alla destinazione che si vuole dare agli utili. Ebbene, il Governo, con un decreto di inizio agosto, li ha indirizzati al Fondo Atlante 2, che dovrebbe intervenire a salvataggio delle banche attualmente in difficoltà. Politici, imprenditori e accademici convenuti all’Unione Industriali la pensano diversamente. Almeno una parte di quelle risorse deve essere restituita alla Fondazione Banco di Napoli. Se la vertenza Sga dovesse essere portata effettivamente avanti e andare a buon fine per Napoli e per il Sud, lancio una proposta. La Fondazione Banco di Napoli destini le nuove disponibilità a supporto della formazione di giovani per figure professionali come quelle richieste dall’industria 4.0 e per apprendisti artigiani di mestieri tipici del made in Naples, come l’oreficeria, la ceramica o la stessa arte pastorale. Creiamo lavoro produttivo! In fin dei conti, era una delle missioni storiche del vecchio Banco