Ne abbiamo le cosiddette piene… non se ne può più…non passa giorno che le cronache di casa nostra, non riportino episodi di morti ammazzati per camorra. Nun ce ‘a facimme cchiù! E sovente la gente si chiede: “Ma lo stato dov’è?” Bella domanda cui nessuno riesce a dare una risposta. Noi che scriviamo e che, principalmente, siamo gente di teatro, il cui unico scopo è quello di “consegnare” al pubblico, un momento di divertimento, non possiamo tirarci fuori da quanto sta accadendo da più giorni nella nostra amata città: sparatorie, omicidi, vendette trasversali e via di seguito. Ma ‘a vulite fernì nu poco? Ma che ve site chiavato ‘ncapo? ‘A vulite proprio accidere Napule? Comunque cerchiamo di addentrarci in questo “letamaio” per dire, timidamente, anche la nostra. Ma avete mai sentito parlare di “trattativa stato- mafia” o “trattativa stato camorra?” Certamente sì. E secondo voi, questa sarebbe una novità? Ma quando mai! Niente di nuovo sotto questo cielo…corsi e ricorsi della storia. Questo vituperato ed aborrito binomio, questo sodale rapporto tra stato-mafia-camorra, nasce con la unità d’italia, anzi con la mala unità; e non ci venissero a raccontare la favoletta di garibaldi e dei suoi mille! L’esercito borbonico contava ben centomila soldati; e come avrebbero potuto, mille uomini sconfiggerne centomila, se non avessero avuto il sostegno della mafia in Sicilia, attraverso capi-mafia quali Coppola, i fratelli sant’Anna, Miceli e Santo Mele per citarne alcuni, e della camorra a Napoli, attraverso capi-bastone quali Tore ‘e Criscenzo, Michele ‘o chiazziere, Nicola Jossa, Ferdinando Mele ed altri della stessa “pasta”, che accolsero garibaldi in divisa e con la coccarda tricolore, ben consapevoli che, a cose fatte, avrebbero avuto il loro tornaconto? Ed oggi, questi riprovevoli personaggi, ancora si ammazzano tra di loro per il proprio tornaconto; il teorema è di una semplicità allarmante: Tizio, lascia la “famiglia” dei caio, per passare con quella dei sempronio; allora il caio ordina di ammazzare la sorella di tizio per “l’affronto” subito; a questo punto, come è nelle regole di questi signori (?), il sempronio fa ammazzare la mamma di Caio; allora caio, come logica vuole fa ammazzare il fratello di Sempronio e avanti così di questo passo. Sapete cosa ci sovviene per la mente? Il film “Così parlò Bellavista”, al quale partecipammo anche noi. Ci sovviene il dialogo tra Nunzio Gallo (il camorrista), e De Crescenzo (Bellavista) il quale, dopo aver fatto presente al camorrista le vendette trasversali, conclude dicendo: “Ma vi siete fatto bene i conti? Ma vi conviene?” E, se permettete, anche noi, reduci da una stupenda serata spettacolo tenuta nella riviera ligure dove, oltre alla nostra comicità, ed alle struggenti melodie della nostra terra, proposte dalla brava Alessandra Murolo, abbiamo parlato alla gente di “Cristo Velato”, il “San Carlo”, la “Reggia di Capodimonte” i “Decumani”, “San Gregorio Armeno” ed altre “Amenità del genere”, riscuotendo applausi, come si dice “a scena aperta”, senza offesa, vi diciamo “Ma tutto sommato…. ve cunviene?” Alla prossima!