Definita la “Regina delle mele”, apprezzata per la qualità dei suoi frutti, dalla polpa croccante, compatta, bianca, gradevolmente acidula, per l’acido malico, e succosa, con aroma caratteristico e profumo finissimo. Le origini della melannurca Campana igp risalgono almeno a due millenni fa. La raffigurazione di questa, nei dipinti rinvenuti ad Ercolano, testimonia l'antichissimo legame con il mondo romano. Luogo d’origine, desunto dal “Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio, sarebbe Pozzuoli, intorno al lago d’Averno, sede degli Inferi, e quindi, proprio per questo, chiamata Mala Orcula. Altamente nutritiva, ricca in vitamine, minerali e fibre, diuretica e adatta anche alla dieta dei diabetici. Il comune di Giugliano in Campania è uno dei maggiori produttori del frutto, ma, tra i territori della provincia di Napoli, parzialmente interessati alla sua produzione, ci sono anche i Campi Flegrei. Ci rechiamo a Quarto, da uno degli ultimi produttori di melannurca. _ primavera ed i meleti sono già in fiore, ma acquistiamo un paio di chili di mele dell’anno precedente. Quelle di piccola dimensione si conservano fino ad un anno. Difficili da coltivare, perché dopo la raccolta sono poste per l’arrossamento nei melai, porzioni di terra, ricoperti con trucioli di legno. Messe in questi ordinatamente in fila, sotto l’ombra degli alberi, assorbono la luce indiretta del sole. Gradualmente e con molta pazienza, l’agricoltore rigira la parte arrossata, sostituendola con quella acerba. _ proprio questa pratica della maturazione dei frutti, effettuata ancora oggi completamente a mano, a esaltarne le caratteristiche qualitative, conferendole quei valori di tipicità che nessuna altra mela può vantare. Con le mele acquistate, ci rechiamo nella cucina di Ruggiero Peluso e Maria Splendore, i ristoratori flegrei che, sulle sponde del lago Lucrino, si cimentano nel far rivivere antichi sapori, desunti da studi archeologici, supportati da ricettari del tempo. Prepariamo con loro una insalatina semplice, detta di Marziale, descritta dal noto poeta di Età Imperiale, nei suoi “Epigrammi”. Per la ricetta, utilizziamo anche il sedano rapa, Apium graveolens rapaceum, ortaggio mediterraneo, appartenente alla stessa famiglia del comune sedano, che raccoglie sotto lo stesso nome ben quattro varietà, con usi diversi in cucina. Di questo, utilizziamo la radice, bianca, con forma a globo. INGREDIENTI Mele annurche, sedano rapa, gherigli di noci, yogurt o panna acida, sale, pepe, olio. Il sedano rapa e le mele annurche si tagliano finemente, lasciando a queste ultime la buccia rossa, in modo da dare colore al piatto. In un contenitore capiente, alle mele ed al sedano rapa, si uniscono gli altri ingredienti e si lasciano a macerare, rigirando di tanto in tanto, per 10/15 minuti. Alla fine si serve, accompagnando il piatto con un rosso, magari flegreo. Il sapore è insolito, ma il gusto è assicurato!