Incidenti stradali, attenzione al maltempo
di Automobile Club Napoli
Mar 05 Dicembre 2017 17:38
Secondo gli ultimi dati Aci-Istat, nel 2016 in Italia sono stati registrati, in presenza dì avverse condizioni meteo, 19.631 incidenti stradali, con 337 morti e 28.804 feriti. Al maltempo, quindi, sono associati l’11,2% dei 175.791 sinistri rilevati in Italia, il 10,3% dei 3.283 decessi e l’11,6 per cento dei 249.175 infortunati stradali. Tra ì fenomeni meteorologici più pericolosi per la circolazione veicolare, la pioggia si distingue per essere la condizione durante la quale si verifica il maggior numero di sinistri: 17.192, molti di più di quanti se ne osservano in presenza di nebbia (1.939), vento forte (262), neve (182), o grandine (56). Se, però, si considerano le conseguenze, gli incidenti che avvengono in concomitanza della nebbia sono molto più letali, con una media di 2,5 morti ogni 100 sinistri (con il vento forte se ne contano 1,9, con la pioggia 1,6 e con la neve 0,5). Mentre i più alti indici di lesività si registrano quando ci sono grandine (169,6 feriti ogni 100 incidenti), neve (168,7), pioggia (146,7) o nebbia (145,6). In ogni caso, sia l’indice di mortalità che quello di lesività in presenza dì maltempo sono maggiori rispetto a quelli rilevati in condizioni di tempo sereno (pari, rispettivamente, a 1,9 e 140,7). In situazioni meteo avverse, dunque, aumentano i rischi sulle strade e, perciò, occorre seguire una condotta di guida ancora più responsabile e prudente. In particolare, quando piove è opportuno procedere ad andatura moderata, evitando bruschi cambiamenti di velocità ed improvvise sterzate. In proposito, estremamente insidioso è il fenomeno dell’aquaplaning (quando cioè tra pneumatico e fondo stradale si forma uno strato d’acqua che provoca una rapida perdita di aderenza), che rischia di far perdere il controllo del veicolo, soprattutto se si viaggia a velocità sostenuta, con pneumatici sgonfi e battistrada usurato. Altri pericoli possono essere rappresentati dalle pozzanghere, quando - come spesso accade - non se ne conosce la profondità. I rischi insiti nella ridotta aderenza, inoltre, impongono una maggiore attenzione alla distanza di sicurezza da osservare che, a seconda delle condizioni, va aumentata considerevolmente, onde evitare brusche frenate che sul terreno bagnato possono rendere ingovernabile il veicolo. Si tenga conto che nelle frenate di emergenza con blocco delle ruote, su terreno bagnato, i principali pericoli a cui si va incontro sono l’allungamento dello spazio di arresto e l’incontrollabilità del veicolo che non risponde ai comandi dello sterzo. Comunque, il Codice della Strada stabilisce che, in caso di precipitazioni atmosferiche di qualsiasi natura, la velocità massima non può superare i 110 chilometri orari sulle autostrade ed i 90 km/h sulle strade extraurbane principali. Quando si guida in presenza di nebbia, neve, forte pioggia e, comunque, in tutte le condizioni di scarsa visibilità è obbligatorio tenere accese le luci di posizione, quelle della targa ed i proiettori anabbaglianti. Un’attenzione particolare è opportuno dedicarla al parabrezza che deve essere tenuto sempre pulito ed in uno stato tale da garantire all’automobilista un’ampia capacità visiva. Motivo questo che impone di controllare periodicamente i sistemi di disappannamento dei vetri ed i tergicristalli. Questi ultimi, in particolare, svolgono un compito molto importante in presenza di maltempo e pioggia a dirotto: un loro eventuale cattivo funzionamento potrebbe, infatti, creare seri inconvenienti a chi è al volante del veicolo. In presenza di nebbia, poi, bisogna accendere, anche di giorno e sempre che il veicolo ne sia dotato, i proiettori fendinebbia anteriori. Se la visibilità è inferiore a 50 metri, si deve usare anche la luce posteriore per nebbia, se disponibile, mentre la velocità va mantenuta nei limiti imposti dalla visibilità di oggetti non emettitori dì luce. Occorre, infatti, mettersi nella condizione di poter percepire in tempo utile la presenza di un ostacolo e di poter poi arrestare il veicolo, evitando l’errore di tenere l’andatura di chi è davanti, seguendone le luci: non c’è nessuna garanzia che quel conducente abbia una visibilità migliore della propria.