La Campania, con particolare riferimento a Napoli, è spesso associata alla scaramanzia, intorno alla quale si narrano aneddoti interessanti. Questo però non vale per la birra. Lo scorso weekend, infatti, è stata messa da parte qualsiasi scaramanzia, vista la contemporanea presenza di due numeri simbolo per gli amanti della superstizione: 13 e 17. 13 è il numero di edizioni di Birra dell’Anno, la cui premiazione è avvenuta il giorno 17 del mese di febbraio. Ed è stata proprio questa edizione a strizzare l’occhio ai birrifici campani.

Maneba è l’acronimo di “Marciano Nello Birra Artigianale”. Questo il nome del birrificio che Nello Marciano (nella foto) ha fondato nel 2008 a Striano. Per anni è stato l’unico birrificio della provincia di Napoli, caratteristica che ha sempre esaltato nelle birre, a partire dal nome delle stesse. Oro di Napoli (Golden Ale da 5,5°) e Vesuvia (Dubbel da 7,7°) le storiche etichette che richiamano l’anima partenopea dei primi anni.

La prima birra artigianale italiana è nata in Campania. Con precisione è stata prodotta a Sorrento nel Birrificio St. Joseph di Peppiniello Esposito, nel lontano 1982. Solo 14 anni dopo nascono i birrifici definiti “pionieri” del movimento brassicolo italiano. Dall’esperienza del St. Joseph, terminata proprio agli albori della “renaissance italiana” di metà anni novanta, i fratelli Mario e Gianni Di Lunardo decidono di aprire il loro birrificio artigianale a Faicchio, in provincia di Benevento.

In particolar modo in questi ultimi periodi, con la scarsità di risorse finanziarie in circolazione e le difficoltà nel reperire mezzi finanziari, la aziende ricorrono sempre più spesso al Finanziamento/Versamento dei soci, cioè il titolare o i soci in pro quota o misura diversa apportano mezzi propri per il regolare funzionamento delle struttura societaria o per eventi specifici.