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Immigrati, si specula sulla credibilità pubblica

Opinionista: 

Sulla immigrazione verso la Sicilia di decine di migliaia di africani provenienti dalla fascia subsahariana via Libia, si è detto in questi ultimi mesi tutto quello che si poteva concepire a livello di ragionamento. Si è passati dal pietismo curiale a quello opportunistico dei cultori del buonismo a prescindere; poi l’opinione pubblica, pur tollerante e generosa, ha cominciato, per esasperazione, a guardare a Matteo Salvini. Quello che, a livello immediato, appare insostenibile, è che l’invasione sta cominciando a produrre i danni che erano stati previsti dai commentatori che erano stati fatti passare per razzisti. A Napoli, nonostante le tante denunce anche di questo giornale, si stanno moltiplicando quei giovanottoni di colore dalle spalle da culturista che, con il cappellino in mano ed accasciati su comodi giacigli, si trovano sdraiati sulle principali strade cittadine. Nella zona di Chiaia, ormai, costituiscono una catena umana che va da piazza dei Martiri a piazza Amedeo. Al Vomero, piagnucolano, contorcendosi, a via Luca Giordano ed a via Scarlatti con i vigili urbani che pendolano in coppia convinti che quel comportamento sia perfettamente accettabile, rispettabile e legittimo. All’entrata della chiesa dei Fiorentini, gli zingari con minori ed i ragazzi di colore hanno trovato un accordo affettuoso e dividono. Peraltro sempre gli stessi mendicanti sono distribuiti sugli stessi “posatoi”, in base a quello che potrebbe apparire al cittadino attento un piano predefinito. Come è possibile che le autorità di Pubblica sicurezza, assunto per rato che lo Stato italiano, tirati fuori milioni di euro (che sarebbero non disponibili), per prelevare dalla coste maghrebine i soggetti di cui parliamo, rifocillatili e ricoveratili al meglio, assegnata loro una diaria per le piccole spese, accetti che la parte più prestante dei giovani nuovi arrivati si posizioni sulla pub blica via? Intercettando, per altro, infastidendoli, i clienti dei bar e della tabaccherie che già con il feroce rastrellamento fiscale hanno contribuito al loro mantenimento? Come è possibile che, a dispetto dell’evidenza solare ed in dispregio di quanto è previsto dal codice penale e dal testo unico delle leggi di Pubblica sicurezza, questa forma di accattonaggio, che si somma ai tanti altri disagi che deve subire il cittadino italiano contribuente, sia supportata dal pitoccare dei Rom, spesso con minori, che ostruiscono gli ingressi delle nostra chiese? Cosa succederebbe ad un italiano indigente se prendesse la nipotina per mano ed in orario scolare assumesse lo stesso comportamento? È possibile che sulle disgrazie di questi nuovi arrivati si sia avventata la nostra malavita e che sulla mendicità stia fiorendo un nuovo giro da affari più povero, ma che specula sulla credibilità pubblica e sul nostro spirito evangelico?