NAPOLI. C'è il profilo sinuoso del Vesuvio, che poderoso si staglia su una densa coltre di nuvole grigie. C'è la sagoma in controluce di Capri, che galleggia tra cielo e mare, in un'atmosfera sospesa che annuncia imminente tempesta. Ma nelle opere di “Souvenir, cartoline di piombo”, l'ultimo lavoro della napoletana Daniela Cicatiello, in mostra da questa sera alle 19 e fino al prossimo 15 luglio nella sede dell'associazione culturale Almao in via Posillipo, il panorama del Golfo trasfigura, si spoglia di ogni connotato “tradizionale” per diventare paesaggio emotivo, evanescente come un ricordo lontano e intenso come un sogno. E greve come il piombo, materiale sul quale l'artista ha graffiato, inciso, modellato i suoi paesaggi. «Le cartoline, così come i souvenir – spiega Daniela Cicatiello – sono da sempre oggetti leggeri, che riportano a tempi vacanzieri con immagini di luoghi assolati e ricordini un po’ kitsch. Ma le cartoline di piombo con il loro significato intrinseco, insieme alle luci e ombre ricavate dalla manipolazione a oltranza del piombo, in qualche modo riportano alla bellezza di un temporale». Il metallo, del resto, al pari del legno è da sempre materiale prediletto per la scultrice, formatasi al Chelsea college of Art & Design a Londra con indirizzo Public and Mural Art. «Sono partita dal segno astratto – racconta – tagliando col seghetto alternativo le mie forme nel ferro e “ricamando” il legno per poi coprirlo con vernici o colori metallici in polvere. Le mie opere sono quasi sempre state delle installazioni a parete». Senza abbandonare la passione per i materiali pesanti, su tutti «l'amato ferro e la sua ruggine», con “Souvenir” Daniela Cicatiello procede lungo il percorso che negli ultimi anni l'ha vista avvicinarsi sempre più alla figurazione, prima «utilizzando le lastre arrugginite come base e sfondo di delicati disegni floreali eseguiti con pastelli a olio colorati» e adesso con le “cartoline”, nelle quali, racconta l'artista, «paesaggi di isole e promontori sono disegnati su fogli di piombo con matite a carbone e pastelli a olio neri o riprodotti con pasta di soia colorata». Un paesaggio che è al tempo stesso reale e ideale, nel quale prende forma e si riflette l'anima inquieta, eclettica dell'artista napoletana. «Il contrasto tra il materiale e quello che raffigura – spiega infatti – mi rappresenta. I miei souvenir sono giganteschi e le mie cartoline sono pesanti. Il peso del materiale ha da sempre avuto una grande attrattiva su di me insieme al suo aspetto. È lui che mi guida nelle mie creazioni e che oggi mi spinge ad alleggerirlo con tratti accennati e colori senza sfumature».