ROMA. Scacco al clan Casamonica. Dalle primi luce dell’alba, circa 250 militari del Comando Provinciale Carabinieri di Roma, con l’ausilio di unità cinofile, un elicottero dell’Arma e del personale dell’8 Reggimento Lazio, sono stati impegnati fra Roma e le provincie di Reggio Calabria e Cosenza per eseguire 37 misure cautelari in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di soggetti ai quali viene contestato anche l’art. 416 bis, per avere costituito e preso parte all’associazione mafiosa denominata 'clan Casamonica. Il ruolo apicale di promotore è stato attribuito a Giuseppe Casamonica , recentemente uscito dal carcere dopo circa 10 anni di detenzione.

I soggetti sono anche ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti ed altro, tutti commessi con l’aggravante del metodo mafioso.

Al momento i provvedimenti eseguiti sono 31 con altri 6 soggetti attivamente ricercati. C'era Giuseppe Casamonica all'apice del clan: secondo i militari l'uomo, recentemente uscito dal carcere dopo circa 10 anni di detenzione, continuava a gestire gli affari del clan. In totale sono 13 le donne colpite da ordinanza di custodia cautelare, due delle quali ancora non eseguite. Tra gli arrestati c'è anche Domenico Spada, ex campione di pugilato. Ci sono anche quattro alloggi popolari, riconducibili ad alcuni degli arrestati, tra i beni sequestrati stamattina. Uno è a piazza Gasparri a Ostia, uno a Ciampino, uno a Pietralata e un altro sempre a Roma. Sotto sequestro anche una discoteca a Testaccio, un ristorante al Pantheon, un centro estetico sulla Casilina e una palestra a Marino.

La 'roccaforte' del clan era in vicolo di Porta Furba. Le indagini sono state avviate nell'estate del 2015, ancor prima degli funerali show di 'Zio Vittorio', ed è emersa "l'esistenza di un'associazione mafiosa autoctona strutturata su più gruppi criminali, prevalentemente a connotazione familiare, dotati di una propria autonomia decisionale, operativa ed economica e dediti a vari reati tra i quali lo spaccio di stupefacenti, l'usura, le estorsioni ed altro". Secondo i carabinieri, dalle indagini è emerso come "il clan Casamonica si avvalga tuttora di una forza numerica che, unita alla totale chiusura verso l'esterno, alla disponibilità di armi ed all'utilizzo di una lingua difficilmente decifrabile, conferisce forza al gruppo, permettendo ad ogni singolo appartenente di avere atteggiamenti di prevaricazione e minacciosi nei confronti dell'esterno, avvalendosi anche della forza intimidatrice oramai insita nel nome 'Casamonica'".