ROMA. Beni per oltre 25 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Roma nei confronti di membri del clan dei Casalesi gruppo Iovine e di componenti del "contiguo ed autonomo" gruppo Guarnera di Roma-Acilia. I militari stanno dando esecuzione ad un provvedimento di sequestro emesso dalla sezione specializzata misure di prevenzione del Tribunale di Roma, su richiesta della procura della Repubblica della Direzione distrettuale antimafia. Le indagini economico-patrimoniali, condotte dagli specialisti del Gico del Nucleo di polizia tributaria della Capitale, hanno preso spunto dagli approfondimenti eseguiti nei confronti di Mario Iovine, nel 2003 trasferitosi nella borgata romana di Acilia, e dell'allora affiliato clan Guarnera di Roma-Acilia che, nell'ottobre 2013, nell'ambito dell'operazione ''Criminal Games'', portarono all'arresto di quindici persone per per plurimi reati, tra cui associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni, usura, estorsione, rapina, illecita concorrenza con minaccia e violenza e detenzione illegale di armi. In quel contesto, era emersa dalle indagini, ricorda la guardia di finanza, "una vera e propria 'joint-venture' tra esponenti di vertice della criminalità organizzata campana e noti appartenenti alla criminalità organizzata romana, a loro volta in contatto con soggetti della banda della Magliana". Obiettivo comune era la spartizione del remunerativo settore delle slot machine, ''macchinette mangiasoldi'' la cui installazione veniva ''imposta'', sul territorio di Acilia, agli esercizi commerciali abilitati ed autorizzati. Secondo quanto ricostruito dai finanzieri, per "mantenere ed estendere il loro potere criminale ed economico, i Guarnera si sono avvalsi addirittura di un vero e proprio braccio armato e violento, composto da un nutrito e pericoloso gruppo di albanesi, definiti 'i pugilatori'". Tra loro un pugile, già campione italiano ed europeo dei pesi medio-massimi. I Guarnera furono colpiti anche dall'operazione ''Vento dell'est'', condotta sempre dal Gico di Roma, che, nel luglio 2015, ha portato all'esecuzione di ulteriori nove ordinanze di custodia cautelare. Tra i beni sequestrati, il patrimonio aziendale e relativi beni di: 10 società, esercenti l'attività di gestione/concessione di apparecchi che consentono vincite in denaro, di produzione dei derivati del latte e di costruzioni di edifici residenziali e non; quote societarie di sette società, esercenti l'attività di somministrazione di alimenti e bevande e vendita generi alimentari, attività edilizia in genere, bar e altri esercizi simili senza cucina, sale da giochi e biliardi; 18 beni immobili, di cui alcune ville di lusso, a Roma e provincia, Budoni (Otranto) e Lucoli (L'Aquila); 12 autovetture e motocicli; rapporti bancari, postali, assicurativi e azioni.