CASTELLAMMARE DI STABIA. Malati deceduti e trasportati illegalmente a casa, su autoambulanze pagate tra le 250 e le 300 euro per “il viaggio”. È quanto ha denunciato ieri sera Luca Abete in un servizio del programma “Striscia la Notizia” su Canale 5. Il traffico illecito che specula sul dolore dei parenti, per consentire di preparare i funerali in casa, avviene a Castellammare di Stabia, nei reparti dell’ospedale San Leonardo. Nei giorni scorsi, Luca Abete ha intervistato alcuni autisti delle ambulanze che svolgono il servizio di trasporto degli ammalati e - con una telecamera nascosta - è riuscito a ottenere dettagli sconvolgenti sul “lavoro extra” che viene svolto quando un paziente del San Leonardo muore in ospedale. Gli autisti delle ambulanze sono avvicinati dai familiari e contrattano il trasporto a casa della persona deceduta, in cambio di una tariffa tra le 250 e le 300 euro, se il trasferimento avviene di giorno. Il costo aumenta di 50 euro se “l’uscita è notturna”. E come si fa con il certificato medico che deve attestare lo stato ancora in vita del paziente ormai già morto? “A quello provvediamo noi” assicura l’autista d’ambulanza intervistato, al quale viene chiesto anche quanti trasporti effettua in media al giorno. E la risposta è inquietante: “una decina”. Un business gigantesco. Una decina di morti al giorno passa dai reparti alla propria abitazione, viaggiando a bordo di ambulanze in servizio al San Leonardo. Luca Abete ha infine avvicinato l’autista dell’ambulanza, dalla corporatura inconfondibile, perché vistosamente obeso. L’uomo era fuori dal servizio, a bordo di un grosso scooter. Abete gli ha contestato il losco traffico di morti e, sulle prime, l’uomo ha negato. Ma poi gli è stato mostrato il video dell’intervista effettuata con la telecamera nascosta e le sue dichiarazioni, che a questo punto non ha potuto più rinnegare, e ha chiuso affermando che non lo avrebbe fatto più. Solo che, adesso, è la Procura e anche la Direzione sanitaria dell’ospedale di Castellammare di Stabia che dovrà agire e indagare affinché nessuno possa più “far viaggiare” corpi con certificazioni false di medici consenzienti sullo stato ancora in vita di chi è invece già deceduto.