BUENOS AIRES. Le chiamate satellitari intercettate sabato nel corso della missione di ricerca e salvataggio del San Juan non provenivano dal sottomarino disperso, ha reso noto il portavoce della Marina argentina Enrique Balbi, sottolineando che l'ultima comunicazione arrivata dall'equipaggio risale a mercoledì scorso. "Le chiamate (registrate sabato, ndr) non corrispondono al telefono satellitare del sottomarino San Juan", ha dichiarato.

Cresce quindi la preoccupazione per l'equipaggio del San Juan. Oggi intanto alle ricerche si è unita la nave polare britannica Protector, che sta perlustrando l'oceano lungo la rotta del San Juan, da Ushuaia al punto nel quale si stima siano state interrotte le comunicazioni mercoledì scorso.

Un'altra nave oceanografica, la Puerto Deseado della marina argentina, sta esplorando l'oceano lungo una rotta inversa: da Mar del Plata, destinazione finale del sommergibile, al punto tracciato a 342 chilometri dal Golfo San Jorge. Un percorso che, in condizioni normali, il San Juan avrebbe coperto in 8 giorni.

La principale novità, riferisce il sito de 'La Nacion', è l'impiego di attrezzature ad alta tecnologia per le immersioni, giunte a bordo di due aerei dell'Aeronautica Usa.