ROMA. «La legge elettorale o si fa a inizio luglio o non si fa più. Voglio approvare subito la legge elettorale perché il giorno dopo la sfida sarà sui contenuti, noi siamo ad immaginare un futuro. Si deve prendere atto che sulla legge elettorale c'è una convergenza di FI, M5S, partito della sinistra radicale fino alla Lega per avere un sistema mutuato dall'esperienza tedesca. Lo sbarramento del 5% è elemento inamovibile del sistema tedesco, e la scheda deve avere i nomi, questi due cardini devono essere mantenuti, questa non è la mia legge elettorale ma abbiamo scelto la strada della responsabilità. ». Lo ha detto il segretario del Pd, Matteo Renzi, aprendo la Direzione nazionale del partito. Di parere diverso Andrea Orlando: «Non era scontato che in un quadro così convulso si sarebbe raggiunto un così ampio consenso sulla legge elettorale. Ma il punto è: la forma cancella del tutto il contenuto? Io ho vissuto la stagione delle verifiche, dei rimpasti, non torniamo là? Siamo sicuri? Io non lo sono».

L'INTESA. Intesa anche con Forza Italia, Silvio Berlusconi si dice d'accordo sull'approvazione della legge entro luglio. «I numeri per una nuova legge elettorale ora ci sono. Almeno sulla carta, infatti, il Pd ha trovato la quadra con i maggiori partiti di opposizione, Movimento 5 Stelle e Forza Italia, e una road map sembra avere già tempi e modalità ben scanditi». Lo ha detto il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, al termine dell'incontro con i rappresentanti del Partito democratico: «L'incontro è andato bene, abbiamo esaminato i punti nodali, in particolare degli emendamenti che abbiamo proposto al 'Rosatellum' e abbiamo convenuto che vedremo domani i testi dell'emendamento che il relatore Fiano presenterà per avere un quadro complessivo dell'intera materia», dunque «si va verso il modello tedesco, come aveva proposto il presidente Berlusconi» e «la Camera consegnerà al più presto la legge elettorale al Senato, l'ipotesi è che possa essere approvata definitivamente entro la prima settimana di luglio». Anche la Lega nel pomeriggio aveva dato il suo assenso al testo anche se, ha commentato Giancarlo Giorgetti al termine del summit con il Pd, "avremmo preferito un sistema maggioritario piu' rispettoso della volonta' popolare", ma «il nostro obiettivo prioritario è votare il prima possibile e far tornare a scegliere ai cittadini da chi essere governati».