Di solito dopo le elezioni, siano esse amministrative o politiche, si fanno le previsioni per la concreta attuazione di quanto riportato nei programmi elettorali, elementi che a rigor di logica, hanno indotto i cittadini a votare uno schieramento piuttosto che un altro.

Ritengo che il liet-motive di qualsivoglia formazione politica debba essere rappresentato da un’auspicabile più elevata  qualità della vita, ossia una vita migliore per tutti, più sostenibile e fruibile che aiuti lo sviluppo dell’intera collettività. Ovviamente, una più elevata qualità della vita, è una conseguenza diretta di un ambiente più salubre, scevro da fonti inquinanti, un luogo dove il vivere quotidiano rappresenti un valore aggiunto e primario dello “stare bene”, tutto questo sembra scontato oltre che logico, infatti è notorio che se  si vive in un ambiente più salubre, i rischi della vita, diminuiscono drasticamente, ma visto lo scempio a cui  abbiamo dovuto assistere negli ultimi anni,  soprattutto nella nostra  regione, da oltre un ventennio in fase di stallo e di continue e reiterate emergenze ambientali, si potrebbe affermare che tale razionale gestione, sia delle matrici che delle risorse ambientali, non sia mai avvenuta. L’Italia nonostante sia un paese all’avanguardia sia sociale che industriale, ha ancora molti vuoti da colmare, e non solo legislativi, anzi con l’introduzione della modifica del Titolo Quinto della nostra Carta Costituzionale  prima e con il Testo Unico dell’Ambiente del 2006 poi, credo che il legislatore italiano abbia recuperato in modo encomiabile il gap che ci rendeva un paese in cui l’Ambiente non era considerato un valore assoluto primario e costituzionalmente garantito in modo diretto e non più riflesso. Ritornando alle defaillance precitate, ritengo, ed aggiungo senza retorica per fortuna, che la concreta applicazione dei principi dello sviluppo sostenibile, sia un argomento molto caro a tutti gli eletti, a prescindere dalla loro appartenenza partitica od ideologica, ed è proprio da questa base comune, che bisognerebbe ripartire, puntando non solo alla risoluzione delle  problematiche ambientali ma a come prevenirle.  All’uopo, nulla più dell’educazione e della formazione, a cominciare sin dalla scuola primaria, possa funzionare per colmare le lacune sinora prodotte, solo con un’adeguata e competente formazione, può attecchire in ogni cittadino il seme della coscienza ambientale, necessaria appunto a prevenire certi spiacevoli fenomeni che spesso sfociano in vere e proprie catastrofi sociali ed ambientali. Potrebbe essere appunto,  un buon inizio e la dimostrazione di un alto senso di responsabilità civica,  per chiunque vada a governare, l’introduzione dell’educazione ambientale tra le materie di insegnamento,ma questo deve essere solo l’inizio di un nuovo approccio verso un ambientalismo sostenibile in quanto le strategie e gli interventi  da porre in essere,  sono veramente tanti, e riguardano un pò tutti gli organi istituzionali, nella piena applicazione del principio di sussidiarietà. Mi auguro infine, che il valore di un “ambiente migliore” prevalga su qualsivoglia logica partitica ed ideologica.

                                                                                               Francesco della Corte

Avvocato Specializzato in Diritto e Management Ambientale

Dottore di Ricerca in Diritto dell’Ambiente Italiano e Comparato

                                                                                                                                     Università Degli Studi Luigi Vanvitelli

                                                                                                                                      Presidente FareAmbiente Campania