Una favola amara che arriva dritta allo stomaco. “Indivisibili”, terza opera di Edoardo De Angelis (dopo “Mozzarella Stories” e “Perez.”) è stata tra le più apprezzate della 73esima Mostra del Cinema di Venezia (presentata alle Giornate degli Autori) vincendo il Premio Pasinetti come Miglior Film. Il film, non solo ha partecipato sia al Toronto International Film Festival ed è stato selezionato al Bfi London Film Festival, ma è nella rosa dei sette lavori tra i quali verrà scelto il candidato per rappresentare l’Italia agli “Oscar” che si terranno a Los Angeles il 26 febbraio 2017, per la categoria Miglior Film Straniero. La sentenza verrà emessa il prossimo 26 settembre a Roma presso la sede dell’Anica. De Angelis dovrà vedersela con “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, “Gli ultimi saranno ultimi” di Massimiliano Bruno, “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti, “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, “Pericle il nero” di Stefano Mordini e “Suburra” di Stefano Sollima.

IL FILM. “Indivisibili”, nelle sale dal 29 settembre con Medusa, racconta l’Odissea di due gemelle siamesi Viola e Dasy, intepretate con tale credibilità dalle 18enni esordienti Angela e Marianna Fontana (nella foto) da creare un legame empatico con lo spettatore che prova il loro stesso disagio, il loro stesso dolore. Fa da sfondo alla storia il litorale campano, uno scenario apocalittico, crudo, arido dove le due vengono viste come delle sante, degli amuleti portafortuna, da toccare. Hanno un dono: il canto. Il padre Peppe (uno straordinario Massimiliano Rossi) scrive i testi dei loro brani, le “vende” in giro tra matrimoni e feste varie ed ha il vizio del gioco. La madre (Antonia Truppo) si trascina stancamente tra un tiro di marijuana e una scappatella. La tremenda famiglia si compone anche di due zii (Marco Mario de Notaris e Tony Laudario) privi di obiettivi, bigotti. Su di loro aleggia la presenza di Don Salvatore (Gianfranco Gallo), un pessimo prete che sfrutta le fragilità del prossimo ed il viscido Marco Ferreri (Gaetano Bruno), un sedicente impresario musicale dedito al malaffare. Nella vicenda irrompe il chirurgo Alfonso Fasano (Beppe Servillo), il quale afferma fortemente di poterle separare senza danni essendo legate solo al bacino. La famiglia è contraria, perché potrebbe danneggiare i loro affari. Le gemelle sono combattute, difficile il distacco ma tanta la voglia di “volare”. Il dubbio e la speranza le farà crescere, mutare. È nel momento in cui scapperanno di casa, nella fase “road movie” della pellicola, che le due avranno una lezione di vita. E scopriranno cos’è davvero la diversità, chi sono veramente i mostri e che per elevarsi si deve necessariamente soffrire. L’epilogo è toccante, incisivo, vincente. De Angelis (che appare anche in una delle scene finali) ci trasporta in un’altra dimensione, in un non luogo, regalando una meravigliosa metafora della vita. Proprio come una favola.

LE MUSICHE. Protagonista invisibile del film è la splendida colonna sonora di Enzo Avitabile. Sonorità che danno ritmo alla narrazione e allo stesso tempo spessore alla trama. Alle musiche originali si affiancano anche le già note "Mane e mane" e "Tutt’egual song’ ‘e criature", due brani pescati nel repertorio del geniale artista partenopeo ma che sembrano cucite adosso ad "Indivisibili".