Albert Camus nel “Il mito di Sisifo” cita la III Ode Pitica di Pindaro con le parole “O anima mia, non aspirare alla vita immortale, ma esaurisci il campo del possibile”. Partendo da questo aforisma, mi sento di poter aggiungere che per esaurire il campo del possibile occorre sperimentare, e che la sperimentazione è un dovere per l’artista. Esistono, poi, vari modi di sperimentare, alcuni legati a un’oggettiva “ricerca” del nuovo, e altri che si mostrano come un’anabasi soggettiva, indirizzata verso un viaggio interiore, verso, appunto, una sperimentazione interiore, alla "ricerca" della propria identità di individuo inteso come “singolarità” all’interno della “collettività” e nel rapporto con se stessa. E su quest’ultimo binario si muovono, con i loro racconti e le loro suggestioni sonore, i napoletani Travel Gum, composti da Simone Sannino (voce), Emanuele Coppola (chitarra), Gianvito D'Orio (batteria) e Davide Cotronei (basso), che in una miscellanea di poetica, psichedelia, abrasioni, aperture “space” e “trip” sonori, questa sera al Kestè di Napoli presenteranno il loro esordio discografico "Travel vol.1", lavoro nel quale hanno anche preso parte, come ospiti, Fabiana Manfredi alla voce e il noto sassofonista partenopeo Giuseppe Colucci. Cosa siano i Travel Gum lo racconta lo stesso Simone Sannino: “Se mi chiedessi  cos’è Travel Gum … io ti risponderei che è una scelta. È una scelta collettiva, come dire, quasi una filosofia di vita. Parlo come gruppo e non come singolo … e credo che sia questa effettivamente la nostra forza. Ogni giorno ci troviamo davanti milioni di problemi, come ogni essere vivente di questo pianeta; e a nostro modo abbiamo deciso che la nostra risposta/reazione a tutto ciò è  basarci su noi stessi, sulla nostra volontà collettiva, sulle nostre forze , sulla nostra musica,sulle nostre idee. Il decadimento della società odierna e il moltiplicarsi delle paure collettive per il futuro hanno materializzato all’interno dell’uomo la costante paura di accrescersi e quindi nella maggior parte dei casi il loro vivere diventa sopravvivere. Travel, inteso come intero lavoro, analizza attraverso la storia di un uomo qualunque questa condizione di blocco dell’ essere umano e ne intravede le vie d’uscita.  Quest’album è solo la prima parte del concept  intero che prevede anche una seconda parte. In toto il lavoro completo è un mix di generi musicali differenti bagnati dal nervosismo del rock; il nostro intento è quello di ricreare immagini , situazioni, veri e proprio viaggi, da vivere durante l’ascolto. Lo senti da subito: “escape by bike” è potente; la rabbia di chi è oppresso, di chi cerca di non essere travolto. “Nel ventre della balena”, invece, è un blues carico di rivalsa; “Un uomo qualunque” … è la ballata della speranza; “Io solo” … è la solitudine … in tutte le sfaccettature. “Travel” è la vita che ti passa davanti, il flusso dei ricordi, e infine la rinascita, cruda, che lascia il segno”.  Marco Sica