NAPOLI. Anche attraverso Facebook e Twitter non sono mancate le polemiche, i pensieri costruttivi, le opinioni di chi ha suonato con Pino, di chi l’ha conosciuto veramente e di chi ha amato le sue composizioni, la sua napoletanità e il suo modo di vivere la musica ogni giorno. «A volte mi domando chi ha tanto potere da permettere uno scempio simile - scrive Marco Zurzolo su Fb - ...mi ricordo tempo fa Milva a Parigi presentó un recital su Edith Piaf e dico Milva ...fu fischiata in maniera drastica, e mi rendo conto del perché... quando si lavora su personaggi strettamente legati alla tradizione di un popolo la cosa è molto ma molto delicata... non puoi andare su di un palco e arrivarci impreparato. Dico: tu ’na canzone devi fare e sbagli anche il testo, nonostante il gobbo. L’imbarazzo era evidente nelle persone che erano lì senza sapere manco che pesci prendere. Basta non se ne può più... continuare a promuovere questa mediocrità fa male alla cultura, fa male ad un popolo che crede e ha creduto nella grande opera di Pino e nn solo...». Anche Gianfranco Caliendo, ex frontman del “Giardino dei Semplici” ha scritto su Fb parole poco felici nei confronti della manifestazione: «Il picco più basso… la Emma che ha fatto diventare il San Paolo… la festa di piazza di Cerignola». Claudio Coccoluto e Giorgio Verdelli hanno commentato su Twitter: «Quando si accetta di celebrare “qualcuno”, si dovrebbe avere la delicatezza di lasciare il proprio ego a casa, ben chiuso» è il pensiero di Coccoluto. Mentre il regista del film sul Nero a metà scrive: «#JamesSenese #tulliodepiscopo #tonyesposito #enzoavitabile #gigiderienzo #elisabattaserio #Pinoè #Tuttan’atastoria ... appunto». «Quando si rispetta un artista come Pino Daniele e si viene invitati a omaggiarlo cantando una sua canzone - scrive su Facebook il paroliere Bruno Lanza - un grande nome come quelli saliti sul palco, avrebbero dovuto avere la decenza di arrivarci preparati dopo aver provato il brano almeno per alcuni giorni e con il testo a memoria. Invece eravamo alla sagra della porchetta con grandi nomi che si sono presentati impreparati e approssimativi, come dilettanti allo sbaraglio, e ciò non è certo un segno di rispetto per Pino Daniele, né per i napoletani, né per la Rai. Poi qualcuno mi spiegherà che senso aveva Ornella Vanoni in quel contesto, tra l’altro neanche funzionale all’audience?».

“Pinuccio perdonali”, “mio figlio ha cambiato dopo tre canzoni”, “A tratti sembra il Gran Galà di Capodanno dove ognuno è lì per dire qualcosa di populista. Prendiamo i cellulari di ognuno di loro e vediamo se avevano il numero di Pino Daniele in rubrica”, “Mo’ basta guaglio’, m’ata ucciso tutte ’e canzoni mie” sono stati alcuni dei numerosi commenti su Fb espressi dal popolo social. E Twitter non è da meno con interventi anche di volti noti. Ivan Zazzaroni ha twittato: «Apprezzabilissima l’idea dell’omaggio dei colleghi, purtroppo però ci sono cantanti la cui voce fa la canzone: Pino Daniele aveva un timbro unico e inimitabile attraverso il quale griffava in modo indelebile ogni suo pezzo. Con Pino la riconoscibilità è un valore»; Red Ronnie nota: «Come mai non hanno invitato @GigiDAlessio che era un amico VERO di PINO??!!», mentre il critico televisivo Riccardo Bocca commenta: «Dalle interpretazioni dei bravi cantanti emerge tutta la complessità dell’opera di Pino Daniele che invece in lui era semplicità, calore, dolcezza». 

Se la poesia di Panariello è risultata impacciata, l’intervento di Brignano è senz’appello: un monologo pieno di luoghi comuni, parolacce, ovvietà e paragoni sbagliati. Fischi sonori dal San Paolo e rivolta sui social: “Marò, Brignano annasconnete”, “Pino non avrebbe gradito l’intermezzo di Brignano, non amava le parolacce”, “Prati come la Sanità… ma che c***o sta’ a dì”, “Non puoi paragonare i palazzoni anni ’70 dei Prati Fiscali, con la cultura millenaria dei vicoli della SANITÀ, vicoli che trasudano di storia, e fatt na figura e merd brignà”, “Pinoè è inguardabile. Una serie di inutili luoghi comuni e becera retorica. #Brignano una delle cose peggiori che la tv abbia partorito quest’anno”. Un testo imbarazzante per il quale “ha rischiato seriamente le mazzate”.