Sembra provocatorio, ma forse la sconfitta di sabato contro l’Atalanta può avere anche un aspetto positivo. Potrebbe essere giunto il momento, finalmente, di rivedere il Napoli giocare in maglia azzurra. La prima divisa partenopea, quella classica e amata dai tifosi, è finita in soffitta. Motivi scaramantici imposti dal presidente, e non è la prima volta. La maglia bianca, che il Napoli usa ormai sempre, è stata ritenuta un amuleto, che purtroppo sabato ha smesso di funzionare. Dovrebbe toccare alla maglia azzurra, che i tifosi partenopei volevano vedere nella storica partita con il Real Madrid. Delusione, invece, perché la squadra andò in campo con la maglia nera, ma solo perché la bianca non si poteva usare per motivi cromatici. Perché non usare la casacca azzurra? Bella domanda. La sensazione è che, quando può, De Laurentiis fa di tutto per utilizzare maglie alternative. Per motivi scaramantici, ma anche perché forse si da per scontato il colore azzurro e si cercano soluzioni che possono “stimolare” il marketing, visto che storicamente (e il Napoli non fa eccezione) le seconde e terze casacche si vendono meno della metà della prima maglia. E quindi ai tifosi partenopei è toccato di vedere l’orribile casacca “camouflage”, o meglio mimetica, poi accantonata per motivi “burocratici”. Ma non c’è stato scampo: il Napoli nell’era Benitez giocò per lunghissimi tratti con la maglia gialla, tra l’altro molto simile a questa bianca di adesso. Il motivo era sempre la scaramanzia, ma lo stesso Benitez una volta espresse la preferenza per il classico azzurro. Non ci fu scampo per un’altra maglia inguardabile, quella “denim”, vale a dire jeansata, che il Napoli ha utilizzato a lungo anche nelle partite casalinghe. Quando scaramanzia e marketing si confondono, e quasi offendono. La tradizione, si intende.