Maurizio Sarri consegna il suo Napoli alla storia. Secondo posto con ottantotto punti, con una giornata ancora da disputare. Mai, prima d’oggi, una squadra vicecampione d’Italia si era spinta così oltre. La vittoria di Marassi, inoltre, regala agli azzurri il record di punti nella massima serie. Impossibile fare di più? Probabilmente sì, dato il “potere” dell’avversario fronteggiato dalla compagine partenopea, costretta a spingersi be oltre i propri limiti per spaventare la Juventus che ha potuto godere di taluni vantaggi che – a detta dello stesso Sarri – hanno complicato non poco il cammino di Hamsik e compagni Resta, però il trionfo dell’estetica, l’ideale del bel gioco che ha conquistato milioni di cuori napoletani e non solo. E restano le domande sul futuro del mister, interrogato in sala stampa al termine del bel successo ottenuto a Marassi.

Lo scudetto lo ha vinto la squadra più forte?

“Non so se abbia vinto la squadra più forte, la più potente sicuramente sotto tutti i punti di vista. Se meritasse lo scudetto non lo so, ho visto poche partite della Juventus quest’anno per poterla giudicare. Per lo scudetto bisognava andare a letto prima il sabato sera a Firenze. La squadra ha subito il contraccolpo per il risultato e per il modo in cui era maturato quel risultato. Il grande rammarico di questa stagione è che abbiamo perso un campionato in albergo e non sul campo”.

La squadra si è fatta influenzare da quanto accaduto in occasione di Inter Juventus: vuol dire che deve crescere sul piano mentale?

“Abbiamo perso tre partite e dopo le sconfitte abbiamo fatto tre pareggi, quindi vuol dire che siamo una squadra sensibile. La Lega deve migliorare perché nelle ultime sedici abbiamo giocato quattordici volte dopo la Juventus, considerando che la Juve vince praticamente sempre è normale che ci abbiamo fatto un danno notevole. Questo sport è diventato un business per tutti, ricordiamoci che questo era uno sport. Se si lascia solo il business tutto può finire”.

Dopo il passaggio a vuoto con la Fiorentina, il Napoli ha ripreso a vincere in trasferta: si aspettava una prova così importante, al termine di due settimane difficili?

“Abbiamo ritrovato brillantezza in alcuni calciatori per noi fondamentali, e questo ci ha permesso di fare una prestazione di alto livello. C’è da sottolineare l’importanza dei valori morali di questa squadra, che non aveva niente da chiedere e ha giocato una buonissima partita”.

Si dice che per vincere bisogna saper giocare male: lei resta sempre fedele all’ideale della bellezza?

“Non riesco a capire come si fa a vincere giocando peggio. Magari sbaglio io, ma è una cosa troppo lontana dal mio modo di pensare. Noi abbiamo fatto delle scelte precise, di cuore più che di razionalità. Siamo andati dietro il sentimento della città, la città voleva essere competitiva in campionato e ci abbiamo provato”.

I tifosi temono un suo possibile addio a fine stagione: ci sono novità a riguardo?

“È una tifoseria che io amo profondamente ed una città che amo profondamente e questo non cambierà mai”.

E’ previsto a breve un incontro con De Laurentiis?

“Giovedì c’è una cena sociale, quindi a meno che il presidente non venga o io non ci vada ci incontriamo per forza. I posti a tavola chi li decide? Penso Nicola Lombardo (ride, ndr)”.