Nel contesto della produzione artistica di marca materica si colloca, con proprietà di accenti, la pratica creativa di Mario Lanzione, che provvede, da alcuni decenni, a coniugare il gesto espressivo con l’intendimento prescrittivo, legando, così, una pratica vocazionalmente informale al dettato ordinamentale di una delibazione nutrita di sensibilità geometrica (nella foto un’opera). A tale indirizzo – e non da oggi – abbiamo riservato una valutazione che non si limitasse a ritenere questa pratica creativa come un mero disvelamento eclettico o compromissorio tra libertà propositiva e normazione cogente; ed abbiamo scelto, piuttosto, di valutare la opportunità – e, diremmo, addirittura, la necessità – di considerare la consistenza di un tertium genus, che definiamo “Astratto-Informale”, al cui interno la personalità di Mario Lanzione si colloca con autorevole profilo. In realtà, come altrove abbiamo argomentato storiograficamente, una sensibilità di questo tipo àncora le sue radici già nel corso degli anni Trenta; ove è possibile osservare gli accenti premonitivi di una pratica creativa che metteva d’accordo l’intento espressivo con quello normativo. Praticavano ciò i Jeunes Peintres de la Tradition Française, non meno che alcune personalità che si muovevano con decisa, anche se solitaria lungimiranza, come Amadeo De Souza Cardoso; e, poi, successivamente, hanno proseguito quanti hanno inteso andare al di là della mera gestualità del puro Informale, aprendo nuove piste nell’ambito di una produzione intelligentemente volta alla sperimentazione di inediti percorsi dell’espressione materica. Tra questi, appunto, Mario Lanzione, di cui, giova qui dire in chiusura, possiamo apprezzare una bellissima mostra che propone presso “MA – Movimento Aperto”, lasciando intuire il complesso articolato percorso di un suo tempo storico personale che lo porta alle realizzazioni dei nostri giorni, muovendo da un antefatto personale che si radica addietro nel tempo.