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“Pascale”, professionalità e tanta, tanta umanità

Opinionista: 

Caro Direttore, se volessimo dar credito ai tanti, troppi servizi televisivi, che lancia “Striscia la notizia”, dovremmo convincerci che la sanità in Campania sta proprio all'anno zero. Ma così non è. Intendiamoci, nella nostra regione in tante strutture ospedaliere vi sono gravi disservizi, mancanze e ritardi. Non certo per colpa del comparto medico, tecnico ed infermieristico. Certo vedere in tv quelle orribili scene delle barelle al Cardarelli provoca una vera stretta al cuore. Ma vivaddio vi sono realtà che ci invidiano nel resto d'Italia ed anche in Europa. E che anche il Nord non può vantare. Quando una mattina di luglio, mentre stai per andare in vacanza, scopri per puro caso, grazie ad una moglie amorevole ed insistente di avere un aggressivo cancro alla prostata, ed un caro amico medico, il dottor Wiliam Nasti, ti accompagna al Pascale tocchi con mano cosa veramente  e' un centro di eccellenza. Ci arrivi di buon mattino, con la tua risonanza magnetica tra le mani, ed in punta di piedi, passo dopo passo, entri in contatto con un posto unico e speciale del nostro patrimonio sanitario nazionale. Affronti prima la visita chirurgica, poi la biopsia, che è invasiva, ma non te ne fanno accorgere. Quindi l'esame del tuo cancretto (grado 9). A seguire la scintigrafia. Poi l'incontro con il grande oncologo, il dottor Gaetano Facchini, primo in Italia per la cura del cancro alla prostata, undicesimo nel mondo, che ti spiega, fissandoti negli occhi, tutti i particolari di come va affrontata la battaglia contro il nemico che hai in corpo. E dopo averti spiegato la differenza tra l'intervento e la cura, con calma, ti invita ad una scelta. Ebbene io ho scelto di sottopormi alla cura. Anche se, son ben cosciente, che durerà almeno 2 anni.  Ma tutto avviene senza grandi stress ed emozioni. Così è partita questa mia nuova "avventura" con la vita. Bisogna sempre ragionare in positivo ed al Pascale ti aiutano a farlo. Il professor Gerardo Botti, direttore scientifico della Fondazione Pascale, ti tranquillizza spiegando il percorso. Lo fa con tutti. Quotidianamente. Mai scelta per dirigere una struttura così complessa ed efficiente fu più indicata. E lo riconoscono tutti.  Quando dopo 3 mesi di ormonoterapia, e la prima potente iniezione trimestrale ti accompagnano nel reparto di radioterapia diretto dall'ottimo Paolo Muto, fai la tac di centraggio. I giovani ma esperti tecnici ti "regalano" 4 piccoli "tatuaggi" e così sei pronto per iniziare a breve le tue 30 sedute di radioterapia. Ne farai una al giorno. Dal lunedì al venerdì. Al Pascale ogni giorno son quasi 190 le persone in media che vengono sottoposte alle sedute di radioterapia. Uno staff di giovani tecnici, uomini e donne, tutti di gran valore e ricchi di pazienza, ti prepara con calma per la tua seduta quotidiana. Scopri così macchine all'avanguardia. E qua incontri il mitico Pasquale. Un supertecnico. Con quaranta anni di esperienza sulle spalle. Lui sì che di tumori ne ha visti e ne ha distrutti. Un tempo i malati di cancro se le sognavano queste macchine. Ma al Pascale non c'è solo grandissima professionalità. C'è anche da parte dei medici e dei tecnici, insomma di tutto il personale che ci lavora una eccezionale umanità. In ogni reparto. Hai anche il piacere di approfondire la conoscenza di un medico ricercatore di fama internazionale, qual è il professor Paolo Ascierto, spesso in giro per lavoro anche all'estero. Soprattutto in America. Vedo ogni giorno il dottor Domingo Alberti in radiologia che dispensa a tutti consigli. E lo senti sin dal primo giorno come un amico di vecchia data. Socializzi con i compagni di battaglia durante il tempo che precede la tua "entrata" sul lettino della macchina che ti sparerà le radiazioni curative. Ci si dà forza a vicenda, ci si confronta con tranquillità e da subito scatta il meccanismo della solidarietà.  Che, come spesso ripeto, si pratica e non si predica.  Ognuno parla all'altro delle sue esperienze. Anche la mensa al Pascale è superpulita. E si mangia molto bene con un listino prezzi veramente popolare. E dove ogni giorno, dalle 12,30 alle 15, puoi sedere agli stessi tavoli con medici, tecnici, infermieri e pazienti. Anche il personale delle pulizie, ho riscontrato con piacere, fa il suo dovere correttamente.  Insomma, finora negatività non le ho viste. E penso che sarà difficile scoprirne.  Un plauso anche al personale amministrativo che ti assiste in tutta la corposa parte burocratica.  Al Pascale lavorano 780 dipendenti strutturati, più 308 Co.co.co. Dei 780 vi sono 215 dirigenti medici e 330 infermieri. In totale lavorano 1088 persone. 780 strutturati e 308 Co.co.co. Un esercito motivato e combattivo che assiste h24 un vasto mondo con problematiche serie di ogni genere e tipo. Sostenere sempre con maggiori mezzi e strumenti da parte delle Istituzioni, nazionali e locali, questa grande eccellenza europea è assolutamente doveroso. Ed anche tanti privati, ne sono convinto, continueranno a fare sempre più la loro parte. Il cancro non fa certo distinzioni di ceto e fasce sociali. E  tutti ce ne dovremmo far carico con sostegni concreti affinché cure e ricerca vengano sempre messi al primo posto. Purtroppo la battaglia è ancora lunga e dura. Ma al Pascale siamo all'avanguardia. Sì, ho proprio detto siamo. Perché anch'io da circa 6 mesi mi sento parte della grande famiglia del Pascale.