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Ambiente: dalla burocrazia stop allo sviluppo del Sud

Opinionista: 

L’ambiente è una priorità? Contenere il rischio idrogeologico è una priorità? Sembrano domande dalla risposta scontata. I fatti, invece, dicono che in Italia alle chiacchiere non corrispondono i fatti. E spiegano anche perché uno strumento fondamentale per il riequilibrio territoriale, come il Fondo sviluppo e coesione, trovi tanta difficoltà a essere sfruttato, con risorse che rimangono inutilizzate. Nel lontano primo dicembre del 2016 il Cipe, con delibera n. 55, assegnò, appunto, risorse del Fondo di sviluppo e coesione per la realizzazione di un piano operativo per l’ambiente. Da allora tale piano è rimasto lettera morta, nell’attesa del completamento di un iter burocratico lunghissimo, pieno di “prese visioni” e “placet”, ma anche di modifiche e integrazioni apportate da numerosi organi decisionali o di controllo. Alla fine, il documento originario si è trasformato in un “pezzo” attuativo del “Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico”, approvato il 20 febbraio 2019. Insomma, lungo la strada il Piano operativo per l’ambiente ha cambiato pelle, ma, almeno fino ad ora, per restare un mero proponimento programmatico, nell’attesa di un ultimo via libera, che potesse finalmente tradurlo in interventi a favore della sicurezza della collettività. Questa fase operativa sembra ormai prossima, ma solo perché il Cipe, con un’altra delibera emanata lo scorso primo agosto, ha semplificato la procedura. E’ stata cancellata una tappa potenzialmente gravida di ulteriori ritardi: la stipula di accordi di programma con le Regioni. Non stiamo parlando di esercizi di stile, ma di soldi bloccati! Per la precisione 362 milioni di euro, di cui 38 destinati alla realizzazione di 5 progetti nella Regione Campania, 57 milioni per 3 interventi in Sicilia, 49 milioni e mezzo per ben 27 opere nel Molise, e via dicendo. Se pensiamo alla finalità di questi progetti, salvaguardare l’equilibrio ambientale, assicurare maggiori standard di vivibilità e di sicurezza alla cittadinanza, ci rendiamo conto di quanti danni faccia un sistema ingessato come il nostro. Se la burocrazia ritarda lo sviluppo, a essere penalizzato più di altri è quel territorio che di infrastrutture e servizi, spesso anche basilari, ha più bisogno: il Mezzogiorno. La vicenda del piano operativo per l’ambiente dimostra che il fenomeno non dipende, se non in parte, dall’incapacità di spesa degli amministratori meridionali. E’ lo Stato che deve darsi regole diverse, svecchiando norme, eliminando inutili passaggi formali, puntando ai risultati anziché ad accumulare scartoffie.