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Chissà cosa leggeremo sui libri di scuola

Opinionista: 

Tra qualche anno ci ritroveremo tra le pagine dei libri di scuola e non so cosa verrà scritto. Ma so cosa ricorderò. Ricorderò che gli italiani sono stati definiti untori, da paesi come la Germania da cui proviene il paziente zero e del quale ha ben taciuto l'esistenza. Ricorderò i francesi che ci hanno deriso, poco prima di “puffare” il virus. Degli americani che ci vogliono dar lezioni, mentre devastano gli altri Paesi e lasciano morire i loro connazionali che non hanno l'assicurazione per curarsi. Ricorderò anche gli italiani che scappano impauriti, quelli che non rispettano le direttive e quelli irresponsabili. Ma soprattutto ricorderò quelli che non si sono potuti fermare un attimo neanche volendo. Medici, infermieri, oss, forze dell'ordine, vigili del fuoco, farmacisti e parafarmacisti, negozianti di generi alimentari. Mi ricorderò dei commercianti e dei professionisti che invece hanno deciso di chiudere solo per coscienza civica, rischiando di non sopravvivere economicamente. Gli insegnanti di tutti i livelli, gli educatori e i genitori che cercano di orientare e orientarsi in questo caos. Della generosità di chi ha donato in favore degli ospedali. Mi ricorderò di un Paese come la Cina, che in molti abbiamo sottovalutato, darci un esempio incredibile di efficienza e disciplina e una prova di solidarietà e generosità veramente grande, che in pochi si sarebbero aspettati. Chissà se i libri di scuola racconteranno della vigliaccheria dell'Europa, dei tagli che abbiamo fatto alle colonne portanti del nostro Paese, per ingrassare le casse di quei Paesi che ci hanno letteralmente preso a calci nel sedere. Quando tutto sarà passato, perché passerà, ricordiamocelo tutti quanti che ci siamo rialzati, nonostante gli sgambetti. Rialziamo la testa e tendiamo la mano solo a chi ce l'ha tesa. Agli altri che resti solo uno stivale da guardare e lucidare e che sia tricolore naturalmente.